“Indifesa”: la campagna di Terre des Hommes che chiede a tutti di essere dalla parte delle bambine
Scritto da
La Redazione di Sorgenia
Il rapporto Indifesa di Terre des hommes ha registrato, nel 2022, un aumento del 44% dei casi di violenze sessuali su minori rispetto al 2012, nell’88% dei casi le vittime sono bambine e ragazze
L’11 ottobre 2012 l’ONU proclamò la prima Giornata mondiale delle bambine. Da allora Terre des hommes ha lanciato la campagna “Indifesa” per fare luce, dati alla mano, sui diritti negati e sui pericoli che vivono tante bambine in Italia, in Europa e in tutto il mondo.
“Se i trend attuali continueranno, infatti, più di 340 milioni di donne e ragazze vivranno ancora in estrema povertà entro il 2030”, si legge nel dossier di Terre des Hommes del 2023.
Dell’iniziativa di Terre des Hommes ne abbiamo parlato con Elena Rabolli Pansera, high value relations and partnership manager di Terre des Hommes Italia.
Come nasce la campagna Indifesa che giunge quest’anno al suo 12esimo anno?
La campagna Indifesa nasce nel 2012, in concomitanza con la decisione delle Nazioni Unite di istituire l’11 ottobre la Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze. Terre des hommes, che dal 1960 si occupa di proteggere l’infanzia nel mondo, già aveva riscontrato una maggiore vulnerabilità delle più piccole. Così si è deciso di creare questa campagna che per noi è molto significativa. Grazie al gioco di parole la campagna “Indifesa” riesce a contenere un doppio significato: da una parte c’è la bambina indifesa di fronte alla violenza, dall’altra ci siamo noi e tutti coloro i quali si pongono “in difesa” delle più piccole per proteggerle.
Quali sono i temi forti della campagna “Indifesa”?
La campagna vuole che ogni bambina possa crescere libera dalla violenza, dai condizionamenti, dagli stereotipi, dalle discriminazioni e libera di determinare il proprio futuro, quindi coltivare i propri talenti e i propri sogni, seguendo i propri desideri.
C’è un tema particolare quest’anno?
Quest’anno è un anno particolare per noi. Arriviamo da un’estate funestata da casi di cronaca drammatici, pensiamo al caso di Palermo e di Caivano. Casi che ci hanno imposto una riflessione perché giunti proprio mentre stavamo terminando il “dossier Indifesa”, che raccoglie i dati sui reati a danno dei minori elaborati dal servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza. Ecco questi dati evidenziano e confermano che la violenza contro le bambine e le ragazze è una vera e propria emergenza. Nel nostro Paese, qui in Italia, è un problema enorme, urgente, da affrontare in modo deciso e molto fermo.
Quali sono i rischi maggiori a cui vanno incontro le bambine e le ragazze nel nostro paese?
Sicuramente il tema della violenza sessuale, quest’anno sembra essere particolarmente grave. I dati che abbiamo presentato venerdì registrano un aumento sia dei casi di violenza sessuale che di violenza sessuale aggravata. La crescita si registra sia in relazione ai dati del 2021, ma soprattutto comparati a quelli di 10 anni fa, quando abbiamo iniziato. Purtroppo, registriamo un +44% dei casi di violenze sessuali su minori negli ultimi 10 anni, nel 2022 sono 1603 e gli abusi in Italia e nell’88% dei casi sono bambine e ragazze ad essere vittime di queste violenze. La nostra campagna quest’anno lancia l’hashtag #MettitiNeiSuoiPanni e vuole portare l’attenzione su questa emergenza.
A chi è diretta la campagna #MettitiNeiSuoiPanni?
Il nostro è un invito diretto a tutti: alle istituzioni, ai media, al grande pubblico ma guarda soprattutto alle nuove generazioni, ai ragazzi e alle ragazze e vuole lanciare il messaggio forte della solidarietà per combattere la cultura dello stupro. Per noi è un’emergenza, non c’è più assolutamente tempo da perdere. Insomma, sono anni che lavoriamo, che cerchiamo di far sentire la nostra voce in difesa delle bambine e delle ragazze ma è davvero il momento di unire le forze e generare un cambiamento che possa aprire le porte a un mondo su misura delle bambine. La mobilitazione social vuole dimostrare solidarietà e sostegno alle bambine e alle ragazze vittime di violenza che spesso si trovano sole ad affrontare questi momenti di grandissimo dolore. La campagna si svolgerà principalmente su Facebook, Instagram, Tik Tok per raggiungere il pubblico più giovane, che deve impegnarsi a ottenere un cambiamento, perché la violenza di genere riguarda tutti e tutte, ma sappiamo che, a perpetrare la violenza sono quasi sempre maschi, questa è un’evidenza. Quindi è importante che i ragazzi prendano consapevolezza del loro ruolo cruciale in un cambiamento culturale.
Se allarghiamo lo sguardo fuori dai confini nazionali, quali sono i pericoli maggiori che corrono le bambine e le ragazze?
Anche questo è un tema presente nel nostro dossier. I dati che abbiamo esaminato ci parlano di alcune situazioni che migliorano e di altre che, purtroppo, peggiorano. Tra queste ci sono le mutilazioni genitali femminili. Una pratica atroce a danno delle bambine, tra l’altro sappiamo che l’età media del taglio, in tantissimi paesi, si sta abbassando. I rischi per la salute delle bambine sono molto alti. Tra l’altro queste pratiche stanno diventando diffuse anche nei nostri paesi occidentali. Un altro tema che ci preoccupa è la difficoltà nell’accesso alla scuola e all’istruzione per tantissime bambine. Purtroppo, è un tema drammatico, soprattutto alla luce dei conflitti sempre più frequenti e le prime a pagarne le conseguenze sono proprio le più piccole e le più indifese. Un altro tema che ci accompagna fin dai primi anni della campagna Indifesa è quello dei matrimoni precoci e delle gravidanze precoci. Tantissime sono infatti le bambine costrette a sposarsi sempre più giovani, pregiudicando il loro futuro, i loro sogni, la loro possibilità di continuare ad andare a scuola, continuare a studiare. Al tema dei matrimoni precoci c’è quello delle gravidanze precoci: ogni anno 21 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni hanno gravidanze precoci. Le bambine e le giovani ragazze sono esposte al rischio di subire violenze e di affrontare gravidanze quando il loro corpo ancora non è pronto.
In questo particolare periodo storico, quali sono i rischi maggiori per i bambini nel corso di un conflitto?
Purtroppo, i bambini e le bambine sono sempre i più vulnerabili, il primo rischio è proprio quello della loro sopravvivenza. Poi c’è l’infanzia negata e il rischio che crescano generazioni che vedono rubati i propri sogni, il proprio futuro e la propria vita.