Può essere utilizzata all’aperto nella preparazione di pietanze per 4-6 persone. Si controlla tramite un’app, che raccoglie anche le ricette e i suggerimenti della community. A idearlo Bodin Hon, designer ed ex studente dello IED
Sfruttare l’energia solare per cuocere il cibo: è l’idea alla base di “Solari”, il progetto di fornello portatile ideato da Bodin Hon quando era studente all’Istituto europeo di design di Milano, che nel corso degli anni si è aggiudicato diversi premi, come il James Dyson Award per l’Italia nel 2014 e la targa giovani all’ADI Compasso D’Oro International Award nel 2015.
Il sistema ideato da Bodin Hon può essere trasportato agevolmente, è pensato per essere utilizzato all’aperto e può cuocere cibo per 4-6 persone senza emissioni di anidride carbonica.
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Con l’app controlli la cottura e accedi alla community
Solari è inoltre un concentrato di tecnologia: integra infatti un sensore che può misurare la temperatura durante la cottura e di trasmettere questi dati tramite bluetooth a un’app per dispositivi mobili o indossabili come smartphone o smartwatch, per controllare lo stato dei cibi anche da remoto. Attraverso l’app è anche possibile partecipare a una community con la quale scambiare tutte le informazioni sulle ricette o i consigli per l’utilizzo ottimale del fornello.

Slow cooking e sostenibilità
Il punto di partenza nella progettazione di Solari è stato la sostenibilità, quindi di risolvere la sfida della cottura dei cibi all’aperto utilizzando l’energia pulita e rinnovabile che proviene dal calore del sole. Con il valore aggiunto dello “slow cooking”, della possibilità cioè di preparare i cibi lentamente mentre si fa altro, in situazioni come il parco o la spiaggia, mantenendo inalterate le proprietà nutritive dei cibi proprio grazie alla lentezza della cottura. Una intuizione riconosciuta dalla giuria del James Dyson Award, che ha definito Solari come un progetto di eco-design commercialmente realizzabile, che mira a risolvere un reale problema della vita quotidiana e con un’attenzione particolare alla user experience per rendere il progetto funzionale in ogni aspetto.

Voglio realizzare oggetti sostenibili e che durino
“Il mio incubo è che le cose che realizzo non siano sostenibili, che non durino, che qualcuno le utilizzi per un po’ e poi le butti via come rifiuti senza sapere come riciclarle”, ha dichiarato in un’intervista l’ideatore di Solari, oggi poco più che trentenne, poco dopo aver creato una startup nella prospettiva della commercializzazione su larga scala del suo progetto.

L’esperienza con un fornitore della Nasa
Il giovane designer si è nel frattempo trasferito a Hong Kong, dopo il suo passaggio in Italia, a partire dal 2013, e dopo un primo ciclo di studi portato a termine negli Stati Uniti con la laurea in bioingegneria conseguita in Texas alla Rice University.
Proprio l’esperienza portata avanti negli Usa, dove ha lavorato per un fornitore della Nasa, è servita al designer per concentrare l’attenzione sulla sostenibilità del suo progetto: se è vero infatti che nello spazio non si può buttare nulla, lo stesso tipo di approccio può essere utilizzato tutti i giorni sulla terra adottando stili di vita improntati alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente.
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