Catcalling, un approfondimento sulle leggi del nostro Paese

Scritto da Cathy La Torre
Avvocata specializzata in diritto antidiscriminatorio

Le storie di Sempre25novembre diventano spunti interessanti per approfondimenti sulle leggi del nostro Paese grazie a Cathy La Torre. Ecco quello sul catcalling basato sulla storia di Momo

Il ‘pappagallismo’ o catcalling nel nostro Paese nasce negli anni Quaranta.  Quando le donne iniziano ad emanciparsi, a lavorare e a girare per strada da sole, senza avere più un padre o un marito al fianco.  La molestia di strada non è un misuratore di gradimento, è una forma di violenza che lede la dignità e limita la libertà, condizionando le abitudini di vita.
È invasione dello spazio personale, il furto di una confidenza che non è mai stata concessa. Soprattutto, la molestia di strada è un reato.
Proprio come successo a Raissa.

Di cosa parliamo?

Ascolta la storia di Momo

Cosa dice la legge

Una cosa di cui dobbiamo essere ben consapevoli è la linea di confine tra molestia e violenza sessuale, troppo spesso i due concetti sono confusi e si finisce per derubricare a “semplici” molestie quelli che sono, nei fatti, crimini di violenza sessuale. Nello specifico bisogna tenere in mente che mentre le molestie sono esclusivamente verbali, tutto ciò che implica un toccamento ed un’invasione della sfera fisica sessuale della vittima costituisce violenza sessuale; infatti una palpata di sedere, il toccamento di un seno o di una coscia ed addirittura un bacio quando imposti ad una persona senza il suo consenso costituiscono per la legge violenza sessuale. Oggi non si può più far finta di non conoscere l’ansia di una donna mentre torna a casa da sola la sera, tenendo strette le chiavi in mano tra le dita come un’arma, o di cambiare strada per evitare gli sguardi insistenti di quell’uomo al bar.

Cosa fare in caso di catcalling

La prossima volta che la vostra compagna vi racconta di essersi sentita a disagio, ascoltatela come ha fatto Momo. Mettete in dubbio che la vostra realtà quotidiana non sia la stessa della vostra amica, compagna o sorella. Non è vero che denunciare un pappagallo può essere pericoloso. Incoraggiate le persone a voi care a denunciare o a segnalare le molestie e cercate di accompagnare una donna a prendere consapevolezza di una violenza sessuale se camuffata da molestie. D’altro canto non nego che sebbene denunciare sia possibile, a causa della natura insidiosa delle molestie per strada spesso diviene difficilissimo provare il catcalling. Non conoscendo il nome delle persone che ci importunano, sporgere denuncia sarà contro ignoti.

Un problema culturale

E se adesso vi starete chiedendo: dunque a cosa serve denunciare? La risposta è per avere contezza di quanto diffusa sia la pratica di molestare verbalmente delle donne per strada. I numeri, infatti, ci aiutano a spingere affinché la cultura del catcalling si combatta prima di tutto culturalmente. Per trasformare, pian piano, a partire dalla decostruzione degli stereotipi che vogliono gli uomini come in continua ricerca di “prede”, l’idea che un apprezzamento all’aspetto fisico altrui sia un comportamento perfino “figo”!
Le leggi non cambiano tutto, ma senza dubbio costituiscono un deterrente, se accompagnate da politiche culturali che raccontino anche un’altra verità: il catcalling è molestia, sempre e comunque.