La “nuova luce” sul Museo civico di Modena
Scritto da
Touring Club Italiano
Touring Club Italiano e Sorgenia per Aperti per Voi
Touring Club Italiano e Sorgenia lavorano insieme, forti della convinzione che l’innovazione tecnologica e un nuovo modo di vivere l’energia siano strumenti fondamentali per tutelare l’ambiente e costruire un futuro migliore. In particolare, Sorgenia affianca il Touring nell’iniziativa Aperti per Voi, con cui l’associazione, grazie ai suoi Soci volontari, garantisce costantemente l’accessibilità di siti culturali altrimenti chiusi al pubblico o ne amplia orari e spazi di fruibilità.
Seguendo questi principi, Touring e Sorgenia vogliono insieme mettere in luce i luoghi Aperti per Voi che si distinguono per progetti che all’innovazione affiancano l’efficientamento energetico e la sostenibilità ambientale.
Oggi i riflettori si accendono sul Museo Civico di Modena, raccontato nella sua storia, nella sua contemporaneità e nelle sue prospettive dalla direttrice dell’istituzione, Francesca Piccinini.
Di cosa parliamo?
IL MUSEO CIVICO DI MODENA
“Come istituzione nasciamo in un contesto molto ampio, quel Palazzo dei Musei che il Comune di Modena, acquistandolo nel 1881, ha voluto destinare a contenitore culturale – racconta Piccinini -. L’operazione compiuta dal Comune fu per l’epoca lungimirante: si decise di riunire in questa sede tutte le istituzioni culturali della città, quelle comunali come il Museo Civico e l’Archivio, ma anche quelle statali, la Galleria e la Biblioteca Estensi, eredi del patrimonio dei duchi d’Este. Il Museo Civico, che è stato fondato nel 1871, rappresenta senza dubbio l’identità della città – spiega la direttrice -. Siamo nati dalla cultura positivista dell’Ottocento, con l’esplicita finalità di conservare ed esporre tutto ciò che poteva interessare l’intera popolazione, in un momento appena successivo all’unità d’Italia in cui le città intendevano tutelare la loro identità culturale e il loro patrimonio, anche contro le pretese di accentramento del nuovo stato unitario che intendeva invece consolidare la propria identità. Guardando a questa premessa storica si comprende la nostra finalità di essere depositari e testimoni attivi della nostra eredità culturale (e cito qui la convenzione di Faro del 2005 che l’Italia ha adottato ufficialmente nel 2020), in una dialettica tra il passato e la contemporaneità, una sfida avvincente”.
Tanto quanto le parole, sono i numeri a dare la dimensione della rilevanza del Museo Civico per il territorio. Si contano infatti ben 2.528 mq. di sale espositive, una biblioteca di quasi 300 metri quadri, 7450 metri quadri dedicati ai depositi a cui si sommano i 23mila metri quadri del Parco Archeologico di Montale, creato nel 2005 come “costola” del Museo grazie alla partecipazione dell’istituto a progetti europei. In questi spazi si intrecciano raccolte di grande rilevanza, dalle testimonianze archeologiche alle raccolte etnologiche di arte e di artigianato artistico. Ovviamente la collezione permanente è la base su cui si poggiano e si alternano le mostre temporanee e gli eventi culturali che animano l’istituzione.
I soci volontari Touring impegnati nell’iniziativa Aperti per Voi a Modena collaborano all’accoglienza dei visitatori dei Musei Civici dal 2013 e in particolare, dal 2018, nelle sale che ospitano la Gipsoteca Graziosi, raccolta di opere scultoree, pittoriche e grafiche dell’artista Giuseppe Graziosi (da martedì a venerdì dalle ore 9 alle 12 e sabato dalle ore 10 alle 13).
Credits: Museo Civico di Modena
“NUOVA LUCE AL MUSEO”
Oggi il Museo Civico è in una fase di innovazione e profonda trasformazione. A renderla tangibile è il progetto “Nuova luce al Museo”. Si tratta di una riqualificazione tecnologica che riguarda sia le luci delle sale espositive sia l’illuminazione delle vetrine, che costituiscono la nota più caratteristica di un allestimento storico eccezionalmente preservato che fa del Civico di Modena una rara testimonianza della museografia ottocentesca. Le nuove fonti di illuminazione sono costituite da apparecchi a led miniaturizzati e regolabili con controllo digitale, in modo da migliorare la visibilità di tutto il patrimonio esposto ma anche di mettere l’accento su opere significative, suggerendo un percorso di visita che ne faciliti la comprensione e l’apprezzamento. Il processo consentirà anche una riduzione di oltre il cinquanta per cento del consumo energetico.
“Questo progetto costituisce la tappa iniziale di un importante processo di rinnovamento e ampliamento del Museo – spiega Piccinini -, che nella parte inziale del percorso espositivo continuerà a conservare la sua veste originaria , con la maggior parte delle opere esposta nelle vetrine ottocentesche, secondo criteri continuamente aggiornati alla luce degli studi che continuamente il museo compie e promuove, in un lavoro continuo di dialogo con il mondo della ricerca e con i cittadini.
UN GRANDE PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE
Tutto il progetto di innovazione del Museo, spiega la direttrice, seguirà i principi dell’efficienza energetica e della sostenibilità: “Insieme alla valorizzazione estetica delle opere vogliamo limitare il più possibile il nostro impatto sull’ambiente, secondo quelle che sono le linee della museografia contemporanea sostenute ad esempio anche da Icom, l’International Council of Museums, la principale organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i musei e i suoi professionisti”.
Ma “Nuova luce al Museo” si inserisce anche nel contesto di un più ampio progetto promosso dall’amministrazione comunale, in collaborazione con partner cittadini, come la Fondazione di Modena e l’Università, e con il Ministero dei Beni Culturali, grazie al quale è stato possibile avviare la riqualificazione dell’intero complesso settecentesco sorto per scopi assistenziali, la cui parte anteriore affacciata su piazza Piazza Sant’Agostino è da fine Ottocento il Palazzo dei Musei. “La prossimità di questo grande edificio con l’Ospedale Ramazzini situato sull’altro lato della Piazza, anch’esso in corso di riqualificazione grazie alla Fondazione che l’ha acquistato – conclude la direttrice – renderanno si spera presto possibile il sogno di vedere nascere a Modena un nuovo Polo della Cultura”.