Disastri naturali, come ridurre i pericoli: i principi del quadro di Sendai

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Sette obiettivi e 38 indicatori per accrescere la consapevolezza globale su azioni, politiche e pratiche efficaci per ridurre l’esposizione al rischio di catastrofi

Limitare quanto più possibile l’esposizione di beni, persone e territori al rischio di catastrofi. È questo l’obiettivo del Quadro di riferimento di Sendai, il documento approvato nel 2015 con orizzonte 2030 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite subito dopo essere stato adottato durante la terza Conferenza mondiale dell’Onu sulla riduzione del rischio di disastri, che si era tenuta proprio nella cittadina giapponese.

La rilevanza del tema, che viene ufficializzata dalla decisione delle Nazioni Unite, è sottolineata ogni anno dalla giornata internazionale per la riduzione del rischio dei disastri naturali, che si celebra il 13 ottobre.

Di cosa parliamo?

Le quattro priorità d’azione del quadro di Sendai

  • Comprendere il rischio di catastrofe

La prima priorità del quadro di Sendai parte dall’assunto che la gestione del rischio di catastrofi dovrebbe basarsi sulla comprensione. L’impegno è dunque di dare un quadro chiaro delle vulnerabilità, della misura in cui persone e cose sono esposte ai pericoli, di quali siano le caratteristiche del pericolo e l’ambiente in cui potrebbe trovare terreno fertile per svilupparsi. Questo patrimonio di conoscenza sarà utile per valutazione il rischio, fare tutto ciò che è possibile per prevenirlo o mitigarlo, per farsi trovare pronti e rispondere nel modo più adeguato.

  • Rafforzare la governance del rischio

La capacità di gestire il rischio di catastrofi dovrà essere sviluppata, secondo il quadro di Sendai, sul piano globale, nazionale e regionale. Questo tipo di approccio si rivela fondamentale per tutte le fasi, dalla prevenzione alla risposta, favorendo – ogni volta che questo si rivelerà possibile – la collaborazione e il partenariato tra i vari soggetti coinvolti e i vari livelli.

  • Investire nella riduzione del rischio

La terza priorità riguarda gli investimenti pubblici e privati, da indirizzare verso la prevenzione e la riduzione del rischio di catastrofi. Questi investimenti dovranno essere funzionali a realizzare misure – sia strutturali sia non strutturali – che migliorino la resilienza economica, sociale, sanitaria e culturale nei confronti di persone e comunità, oltre che ovviamente dell’ambiente.

  • Migliorare la preparazione alle catastrofi

Questo punto è funzionale alla fase della risposta: si tratta in sostanza di rafforzare la preparazione alle catastrofi per essere più pronti a reagire. Questo perché la fase di recupero, riabilitazione e ricostruzione è un’opportunità fondamentale per integrare la riduzione del rischio nelle iniziative per lo sviluppo.

I sette obiettivi globali del quadro di Sendai

I sette obiettivi del framework di Sendai per la riduzione dei rischi di disastri entro il 2030 si compongono di quattro obiettivi di riduzione e di tre di potenziamento. In sostanza, se si seguiranno le indicazioni stabilite dalle indicazioni delle Nazioni Unite, il risultato sarà di

  • Ridurre il tasso di mortalità causato dai disastri.
  • Ridurre il numero di persone coinvolte su scala mondiale.
  • Ridurre le perdite economiche e gli effetti negativi dei disastri sul Pil dei Paesi colpiti.
  • Ridurre i danni alle infrastrutture critiche e la perdita dei servizi base.

Allo stesso tempo, seguire le indicazioni dovrebbe portare entro il 2030 a:

  • Un aumento dei Paesi che si sono dotati di una strategia nazionale e locale per la riduzione del rischio.
  • Un incremento dei programmi di cooperazione internazionale a vantaggio dei Paesi in via di sviluppo.
  • Un aumento della disponibilità e della possibilità di accedere a sistemi di rilevazione, di allarme ed early warning dei rischi.

I 38 indicatori per misurare i progressi

Il quadro di Sendai stabilisce anche 38 indicatori globali e una serie di obiettivi e indicatori su misura a seconda delle condizioni locali, utili come parametri per l’analisi globale delle informazioni presentate dai Paesi a livello nazionale, che dovranno essere oggettivi e comparabili.

Il “tagliando” del 2023

Per fare un “tagliando” dell’applicazione e dei risultati del quadro di Sendai a metà strada nel 2023, l’International Science Council ha pubblicato un report che evidenzia i successi e le criticità registrate a livello internazionale. Il rapporto è stato pensato come una guida per la politica, gli investitori e più in generale tutti gli stakeholder coinvolti nella riduzione del rischio come fattore chiave dello sviluppo sostenibile.

Dal documento emergono 11 punti chiave utili per accelerare nella strategia di riduzione dei rischi e centrare gli obiettivi alla scadenza del 2030. Dal documento emerge una preoccupante dinamica, secondo la quale i rischi e la loro evoluzione stanno andando oltre le capacità dell’uomo di anticiparli, gestirli e ridurne i danni.

A causa di questo fenomeno stanno aumentando i danni economici causati dai disastri: se alla fine del secolo scorso, negli anni 90 del 1900, ammontavano su scala globale a 70 miliardi di dollari, nella seconda decade degli anni 2000 sono aumentati fino al 170 miliardi di dollari.

Secondo la proiezione dell’International Science Council, in sostanza, i disastri potrebbero aumentare su scala globale, tra il 2015 e il 2030, ovvero il periodo coperto dal quadro di Sendai, ben del 40%, arrivando a toccare quota 560 disastri ogni anno.