Recou, l’imballaggio green che può sostituire il polistirolo

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

A realizzare il nuovo materiale totalmente biodegradabile, ricavato dagli scarti dei cereali, è la startup tedesca Proservation. Obiettivo: trovare un’alternativa alle protezioni a base di polistirolo grezzo utilizzate dall’industria del packaging

Utilizzare la lolla, l’involucro dei cereali, materiale di scarto che viene accumulato durante la loro lavorazione, per realizzare un’imbottitura da imballaggio totalmente biodegradabile alternativa al polistirolo. Da questa idea nasce Recou, progetto della startup tedesca Proservation: si tratta di un materiale che può essere prodotto in poche e semplici fasi di processo a basso consumo energetico – spiegano gli ideatori sul proprio sito internet – e smaltito nei rifiuti organici. Inoltre, grazie a uno speciale legante ecologico, Recou può essere modellato per assumere ogni genere di forma.

Di cosa parliamo?

Forma e sostanza

Oltre a essere un materiale ecologico per la sua composizione, Recou ha il vantaggio aggiuntivo di avere anche un aspetto green, con gli involucri del farro ben visibili. Questa caratteristica può essere interessante per i clienti B2B di Proservation, che scegliendo di utilizzare Recou possono dare un impatto anche visivo alle proprie scelte di sostenibilità. Una volta scartata la confezione, poi, i consumatori potranno smaltire la parte dell’imballaggio di Recou direttamente tra i rifiuti organici o nel compost.

I rifiuti da imballaggi

L’idea di realizzare un materiale completamente biodegradabile è nata considerando i trend di un mercato – quello degli imballaggi –  in costante crescita negli ultimi anni, dominato da parti in plastica che hanno una vita breve e un impatto ambientale pesante, dal momento che per essere smaltiti possono impiegare secoli.

Chi è Proservation

A dare vita alla startup è un gruppo di amici: Nils Bachmann, Sophia Scherer, Lisa Antonie Scherer e Henning Tschunt, con competenze diverse ma con la convinzione comune di voler fare business senza rinunciare a rendere un servizio alla società.

“Siamo uniti – spiegano – nella volontà di dare un contributoproattivo alla conservazione delle nostre risorse naturali, che sono il presupposto della nostra attività economica”. Proprio da questo impegno nasce la scelta di scegliere come nome un neologismo che unisce i temini ‘pro’ e ‘preservation’, “a favore della conservazione”.

La mission di Porservation è inoltre quella di concentrarsi sulla creazione di valore a partire dal territorio e dalle risorse locali dei luoghi in cui opera:

“Concentrandoci sulla creazione di valore a livello regionalespiegano i fondatori sul sito della startup – evitiamo la competizione globale in termini di tempi, costi e qualità. Pensiamo invece in termini di cooperazione locale e cerchiamo autentiche sinergie per l’ambiente e sul piano sociale”.

La mission racchiusa in cinque valori

Proservation ha scelto di distinguersi sul mercato adottando alcuni valori di riferimento a cui ispirarsi per ogni scelta, e a cui dare priorità nelle attività commerciali e nei rapporti con i propri interlocutori e con l’ambiente, mantenendo sempre alta l’attenzione sulla responsabilità aziendale e verso le persone. Tra questi valori c’è la volontà di caratterizzarsi per freschezza e creatività, fornendo nuovi spunti di riflessione al proprio comparto di riferimento. Poi il voler avere un impatto positivo sulla società, visibile e da comunicare in trasparenza. E infine l’entusiasmo:

Siamo sempre ottimisti e ci ispiriamo ogni giorno a soddisfare esigenze reali con il nostro lavoro.