Che valore possiamo dare alla biodiversità? Il valore della natura può davvero essere individuato in termini monetari? Che ruolo può avere la tecnologia nel raggiungimento degli obiettivi climatici e nella protezione della biodiversità?

Il ruolo della tecnologia sta diventando sempre più importante nel contrasto al cambiamento climatico, a dichiararlo è anche l’IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, tra le istituzioni più importanti a livello globale per ciò che concerne la scienza climatica. Tra i tanti progetti che puntano a questi obiettivi c’è Rebalance Earth, una startup che mira a utilizzare le scoperte scientifiche per vendere il potenziale di cattura del carbonio degli elefanti alle aziende di tutto il mondo.

Ne abbiamo parlato con Walid Al Saqqaf, Ceo e fondatore della benefit company Rebalance Earth che nasce a Londra, città all’avanguardia sul tema della tecnologia.

Di cosa parliamo?

Problemi interconnessi, soluzioni olistiche

Nonostante il ruolo della tecnologia nel contrato al cambiamento climatico sia riconosciuto anche da istituzioni importanti come l’IPCC, sono necessarie soluzioni olistiche di fronte a un problema che non può essere condotto solo al cambiamento climatico, ma che deve considerare anche la perdita di biodiversità e la distruzione degli ecosistemi.

Walid spiega come Rebalance Earth sta cercando di affrontare il problema: “Penso che sia importante riconoscere che la tecnologia ha un ruolo da svolgere nella lotta al cambiamento climatico, che si tratti di auto elettriche, tecnologie di cattura del carbonio come quella in Islanda o pannelli solari. Questi sono tutti progetti importanti, ma al momento non è l’unica soluzione che dobbiamo guardare. Ci sono più problemi interconnessi: abbiamo il cambiamento climatico, di cui siamo tutti consapevoli, ma anche la perdita di biodiversità che è importante perché gli ecosistemi naturali in tutto il mondo. E questi fattori, quando li combini insieme, secondo la Banca mondiale, porteranno fino a 130 milioni di persone a entrare nella povertà entro il 2030. Per questo i problemi interconnessi richiedono soluzioni più olistiche”.
Ma per capire davvero come funziona la tecnologia di Rebalance Earth bisogna fare un passo indietro.

La ricerca Fabio Berzaghi

Gli elefanti delle foreste africane sono conosciuti come “mega-giardinieri della foresta”, per la loro capacità di aumentare gli stock di carbonio. Uno studio del 2019 ha rilevato che le abitudini motorie dell’elefante contribuiscono ad aumentare la quantità complessiva di carbonio immagazzinata nella foresta pluviale dell’Africa centrale. Ogni elefante della foresta può stimolare un aumento netto della cattura del carbonio di queste foreste pluviali di 9.500 tonnellate metriche di CO2 per Kmq. Ciò equivale alle emissioni derivanti dalla guida di 2.047 auto a benzina per un anno. Un elefante vivo fornisce servizi ecosistemici per milioni di dollari, ci sta aiutando a combattere il cambiamento climatico e vale molto più da vivo che da morto, anche se questi animali continuano ad essere uccisi per l’avorio.

Inizialmente gli scienziati hanno svolto ricerche sul campo in due siti nel bacino del Congo, uno in cui gli elefanti erano attivi e uno in cui erano scomparsi, e hanno registrato le differenze nella copertura degli alberi e nella densità del legno. Hanno quindi costruito un modello che tracciava le dinamiche della foresta, come la biomassa, l’altezza degli alberi e gli stock di carbonio, e simulava il disturbo degli elefanti aumentando la mortalità delle piante più piccole. Il modello ha mostrato che gli elefanti della foresta hanno ridotto la densità dei fusti nella foresta, ma hanno aumentato il diametro medio degli alberi e la biomassa totale fuori terra. Il motivo è che gli elefanti pascolano e calpestano alberi di diametro inferiore a 30 cm, che competono con alberi più grandi per luce, acqua e spazio. Di conseguenza, gli alberi più grandi sono diventati ancora più alti grazie alle abitudini motorie degli elefanti, afferma l’autore principale Fabio Berzaghi, ricercatore specializzato sulla tematica.

Ci spiega meglio Walid l’importanza delle keystone species, come gli elefanti: “L’elefante della foresta, le grandi balene, i rinoceronti, sono anche conosciuti come ingegneri degli ecosistemi. Quindi queste keystone species hanno un valore enorme, ad esempio, l’FMI riconosce che un elefante della foresta può fornire fino a 1,7 milioni di dollari in servizi di sequestro del carbonio che svolgono nella foresta. E oggi un elefante morto per l’avorio vale 40mila dollari, quindi abbiamo un mercato per un elefante morto ma non per un elefante vivo.  E questa è una vera perdita perché queste specie chiave nel caso degli elefanti della foresta forniscono tutti i tipi di servizi ecosistemici sia che si tratti di regolare il clima che di fornire pozze d’acqua dolce per altre specie. Tutti questi servizi sono forniti gratuitamente, tranne uno che ha un valore poiché collegato al mercato del carbonio. Il sequestro di carbonio che eseguono nella foresta è riconosciuto dalla scienza, tutto ciò di cui hai bisogno è un mercato per questo.”

Come funziona la tecnologia di Rebalance Earth

La startup Rebalance Earth utilizza le scoperte scientifiche di Berzaghi per vendere il potenziale di cattura del carbonio degli elefanti alle aziende di tutto il mondo. Basandosi sul mercato della compensazione del carbonio, che consente alle aziende di compensare le proprie emissioni pagando per piantare alberi o progetti di energia rinnovabile, Rebalance Earth ha iniziato a vendere token di ecosistema che rappresentano il carbonio catturato da ciascun elefante.

Il valore monetario dell’elefante della foresta è direttamente correlato alla quantità di sequestro di carbonio che effettua durante la sua vita e tale importo viene moltiplicato per il prezzo attuale della compensazione del carbonio. Le aziende che acquistano i token stanno pagando per proteggere gli elefanti, grazie ai i fondi raccolti destinati ai ranger del parco e alle comunità locale. L’intera transazione viene gestita e monitorata tramite tecnologia blockchain privata.“Ed è così che entra in gioco Rebalance – spiega Walid – Stiamo costruendo una piattaforma ecosistemica per valorizzare e finanziare una natura leader per combattere il cambiamento climatico, proteggere la biodiversità ed evitare la povertà. La nostra opinione è che la tecnologia funzioni bene quando si collabora con il capitale naturale come le keystone species.
Vogliamo supportare tutti gli ecosistemi ovunque stiano – continua Walid – supportando gruppi ambientalisti o persone che hanno già questa traccia climatica per collegare i loro sensori alla nostra piattaforma. Ogni volta che utilizziamo uno dei nostri punti dati li paghiamo e nello stesso tempo facciamo crescere la piattaforma, facciamo crescere la scienza, costruiremo un solido e rigoroso framework scientifico che consentirà alle contee di tutto il mondo di caricare le loro keystone species sulla nostra piattaforma”.

Ascolta il podcast: L'innovazione è parte delle soluzioni al cambiamento climatico

“Vite che cambiano col clima”, è un format che racconta il cambiamento climatico attraverso 10 storie straordinarie, ideato da Sara Moraca, giornalista scientifica e ricercatrice, e curato da Sorgenia, la prima greentech energy company italiana.