Castelporziano, la “Tenuta degli italiani” è un laboratorio di sostenibilità e di tutela ambientale
Scritto da
Touring Club Italiano
Tutela del patrimonio, diffusione di cultura e progetti della Tenuta della presidenza della Repubblica, aperto al pubblico grazie anche ad Aperti per Voi
Castelporziano è un’oasi naturalistica tra le più preziose di tutto il bacino del Mediterraneo, eredità di una foresta che dalla foce del Tevere si estendeva lungo il litorale fino al Circeo. Nel 1948 divenne, insieme al Palazzo del Quirinale e a Villa Rosebery a Napoli, una delle residenze della presidenza della Repubblica.
La tenuta presidenziale dal 1999 è tutelata come riserva naturale protetta e ora è anche destinata ad attività sociali. Occupa oltre 60mila ettari e dista 25 chilometri da Roma, costeggia per tre chilometri il litorale fra Ostia, Capocotta e Anzio, ed è ricca di macchia mediterranea. Sergio Mattarella, dodicesimo Capo di Stato, ha deciso di condividere tanta bellezza con i suoi concittadini, eleggendo Castelporziano a “tenuta degli italiani”, così come aveva fatto per il Quirinale che degli italiani è sempre di più considerata “la casa”.
In entrambi i luoghi il Touring Club Italiano è al fianco della Presidenza della Repubblica: nell’ambito dell’iniziativa Aperti per Voi, i soci volontari accolgono i visitatori che vogliono scoprire due meraviglie del nostro patrimonio storico-artistico e naturalistico. Del Quirinale abbiamo già detto molto, oggi invece ci dedichiamo a Castelporziano concentrandoci su tutte le iniziative e i progetti che ne fanno un laboratorio di ecosostenibilità e tutela dell’ambiente. Ad aiutarci è Giulia Bonella, direttrice della Tenuta.
Di cosa parliamo?
- I motivi per cui Castelporziano viene segnalata come un’area di “elevato valore naturalistico per l’alto livello di biodiversità”. Quali sono le certificazioni ottenute per la valenza ambientale?
- Le aree intorno a Castelporziano sono fortemente urbanizzate. Cosa si deve fare concretamente per mantenere in salute un sistema così fragile e prezioso?
- Quali sono le più importanti azioni di monitoraggio ambientale nella tenuta?
- Possiamo quindi considerare Castelporziano sempre di più un laboratorio per la ricerca sulla biodiversità? Quali sono i progetti scientifici in atto?
- Quali progetti avete in cantiere?
- Quali sono le azioni volte alla divulgazione storico artistica e naturalistica della Tenuta? Qual è il vostro approccio alla gestione dei flussi turistici nella tenuta. Come si può contenere l’impatto che il turismo inevitabilmente esercita su un’area protetta?
Ci può descrivere i motivi per cui Castelporziano viene segnalata dal mondo scientifico come un’area di “elevato valore naturalistico per l’alto livello di biodiversità”? Quali sono le certificazioni ottenute dalla tenuta per la valenza ambientale?
“La Tenuta presidenziale di Castelporziano rappresenta un prezioso lembo di bosco mediterraneo. Il suo valore naturalistico e conservazionistico – più di 6000 specie censite – ha fatto sì che sin dal 1999 sia stato riconosciuto quale Riserva naturale statale. Alla tutela di livello nazionale, si aggiunge il riconoscimento europeo dell’alta valenza di Castelporziano in termini di biodiversità: rientra infatti nella Rete Natura 2000 e al suo interno sono state designate due Zone Speciali di Conservazione, per i querceti igrofili e la duna antica, e tutto il territorio è individuato come Zona di Protezione Speciale per gli uccelli di passo.
Nel 2019 Castelporziano ha ottenuto la certificazione forestale sostenibile PEFC e stiamo lavorando anche alla certificazione secondo lo standard FSC, inserendo in aggiunta la valutazione dei servizi ecosistemici, cioè dei “vantaggi ambientali” che la Tenuta offre alla città di Roma”.
Le aree intorno a Castelporziano sono fortemente urbanizzate. Cosa si deve fare concretamente per mantenere in salute un sistema così fragile e prezioso?
“Nell’era globale dell’Antropocene, un’area naturale quale Castelporziano, ‘assaltata’ dall’urbanizzazione di una grande capitale europea, subisce inevitabilmente pressioni e minacce cui bisogna rispondere, anche utilizzando tecnologie di ultima generazione: le indagini integrate di osservazioni da satellite e da drone, validate da rilievi a terra e tradotte in indicatori di stato, consentono di seguire lo stato di salute della tenuta. La strategia è rispondere, per quanto possibile, con misure di adattamento, mitigazione e compensazione ambientale. Il nostro obiettivo deve essere il dialogo con altri soggetti gestori di biodiversità e prevedere azioni di ripristino ecologico“.
Quali sono le più importanti azioni di monitoraggio ambientale nella tenuta?
“Abbiamo a disposizione sei reti permanenti di rilevamento. La rete di monitoraggio meteo-climatico funziona grazie a 12 stazioni meteo gestite in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria. La strumentazione consente il monitoraggio dei parametri metereologici come precipitazioni, temperature, velocità e direzione del vento, radiazione solare, umidità dell’aria, umidità del suolo. Una stazione è dotata anche di strumentazione per la ricostruzione dei profili verticali del vento, mentre un’altra è provvista di una Torre che quantifica i flussi di carbonio tra la foresta e l’atmosfera.
La seconda rete monitora le acque sotterranee con rilievi di profondità e temperatura di falda, parametri fisici come il pH e la conducibilità elettrica, i tempi di ricarica e di esaurimento, nonché l’influenza dei prelievi o degli apporti dall’esterno.
Con la terza rete vengono condotti annualmente censimenti faunistici, misurazioni biometriche, per pianificare la gestione degli ungulati e rendere compatibile l’assenza di predatori con la conservazione degli ecosistemi naturali. La quarta rete permette il monitoraggio dell’avifauna: in località Tor Paterno è presente una stazione di inanellamento in base al quale vengono condotte anche valutazioni in ordine ad aspetti sanitari sui grandi mammiferi e patologie emergenti di cui l’avifauna può essere un vettore.
Nell’ambito dello stesso accordo è attivata la realizzazione di una biobanca per lo studio degli effetti ambientali, segnatamente climatici, sul genoma delle specie di maggiore interesse naturalistico. Poi ci serviamo di un monitoraggio della produzione del seme, della rinnovazione naturale del querceto al fine di comprendere le dinamiche evolutive di questi ecosistemi e pianificare interventi volti alla loro conservazione ricorrendo anche alla messa a dimora di piante coltivate nel vivaio forestale della tenuta. Ultimo è il monitoraggio dello stato vegetativo delle foreste: attraverso sistemi avanzati di telerilevamento viene valutato in continuo, a partire dal 2015, il vigore vegetativo degli individui nei querceti e nelle pinete”.
Possiamo quindi considerare Castelporziano sempre di più un laboratorio per la ricerca sulla biodiversità? Quali sono i progetti scientifici in atto?
“La ricchezza ambientale della Tenuta richiama studi e ricerche che si organizzano tramite Accordi e Atti convenzionali con le Università e i principali enti di ricerca, quali – per citare i principali – l’ISPRA e l’Accademia delle Scienze detta dei XL.
L’adesione di Castelporziano al mondo della ricerca ambientale trova poi forma nell’adesione a tre infrastrutture di studio per la biodiversità: L-TER (network di ricerca ecologica a lungo termine), Lifewatch (consorzio per un’infrastruttura europea di e-Scienza e Tecnologia per la ricerca sulla biodiversità e gli ecosistemi), e ICOS (Integrated Carbon Observation System).
Ulteriore attività di valorizzazione del capitale scientifico di dati della Tenuta, avviata nel 2019, è la banca dati digitale C-BioDB (Castelporziano Biodiversity DataBase), con lo scopo di raccogliere, catalogare e organizzare tutti i dati prodotti dalle attività di ricerca scientifica pregresse e in corso. C-BioDB raccoglie i dati di oltre un secolo di ricerche e progetti scientifici. Il progetto rappresenta un supporto alle iniziative nazionali, unionali e internazionali utile a valutare il raggiungimento degli obbiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (SDGs).
Alla luce di quanto detto la Tenuta si conferma non solo un laboratorio a cielo aperto per la ricerca, ma anche un luogo rappresentativo della Prima Istituzione della Repubblica, attivo nella divulgazione del “significato della biodiversità” ai cittadini di ogni età. Più di tremila studenti l’anno frequentano i laboratori didattici di educazione alla sostenibilità presso il vivaio didattico della Tenuta. Ciò anche nel quadro della modifica degli artt. 9 e 41 della Carta costituzionale, modifica anticipata dalle parole del Presidente Mattarella nel discorso di secondo insediamento alle Camere riunite il 3 febbraio 2022 “…Un’Italia impegnata nella difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole delle responsabilità nei confronti delle future generazioni…”. A tali parole si è ispirata la manifestazione organizzata a giugno 2022 dalla Tenuta, nell’ambito della quale un rappresentante degli studenti ha consegnato simbolicamente nelle mani dei ministri dell’istruzione e dell’ambiente la Carta per l’educazione alla biodiversità, poi distribuita in tutte le scuole italiane”.
Quali progetti avete in cantiere?
Nel quadro delle possibilità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, particolare attenzione si sta dedicando a progetti di restauro forestale che possano contenere i danni da parassiti sugli ecosistemi forestali, incrementando anche la produzione vivaistica di specie arboree e arbustive autoctone. Nella prossima primavera poi, la Tenuta sarà protagonista delle attività di Citizen science previste dal City Nature Challenge cui Roma aderirà.
Quali sono le azioni volte alla divulgazione storico artistica e naturalistica della Tenuta? Qual è il vostro approccio alla gestione dei flussi turistici nella tenuta. Come si può contenere l’impatto che il turismo inevitabilmente esercita su un’area protetta?
“L’apertura al pubblico della Tenuta di Castelporziano è l’espressione della volontà di rendere un bene pubblico fruibile in modo guidato ai cittadini. L’obiettivo è quello di consentire al pubblico di conoscere il patrimonio culturale e ambientale del Compendio, apprezzandone la valenza estetica, le cui componenti storiche, archeologiche, naturalistiche si rafforzano l’un l’altra. La fruizione dei percorsi naturalistici, storico-artistici ed archeologici, organizzata secondo la stagione consente l’equilibrio tra varietà di offerta di visita e cura di habitat sensibili. I percorsi naturalistici e quello archeologico sono fruibili in autunno e in primavera, quello storico artistico anche nel periodo invernale. I gruppi sono al massimo di 45 partecipanti, sempre guidati dal personale della Presidenza della Repubblica supportato dai tirocinanti universitari: in questo meccanismo di apertura, la collaborazione con il Tci svolge un ruolo significativo”.
Informazioni utili
La Tenuta presidenziale di Castelporziano è aperta al pubblico con percorsi naturalistici, archeologici e storico artistici. I soci volontari Touring di Aperti per voi collaborano all’apertura alle visite del percorso storico-artistico di Castello. Per informazioni: https://palazzo.quirinale.it/residenze/visitacastelporziano/prenotaCP.html.