Case passive: comfort, efficienza energetica e sostenibilità

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Ottimizzare i consumi e ridurre l’impatto degli edifici sono i principi su cui si basa questa “filosofia” abitativa. Ma il mercato in Italia non decolla, nonostante i segnali positivi. A Liverpool un esempio che potrebbe fare da riferimento anche per il nostro Paese

Edifici avanzati dal punto di vista tecnologico, in grado di coniugare bassi consumi energetici con l’alta efficienza, garantendo il comfort termico ma senza utilizzare sistemi di riscaldamento o climatizzazione tradizionali: sono le case passive, o “Passivhaus”, nome con cui furono battezzate alla fine degli anni ’80 dai loro ideatori in Germania, il fisico Wolfgang Feist e il ricercatore Bo Adamson, che insieme stilarono il “Protocollo Passivhaus”.

Di cosa parliamo?

Le caratteristiche principali delle case passive

Il principio sul quale nascono le case passive è quello di poter fare a meno di caldaie o pompe di calore, sfruttando al massimo la combinazione di alcuni elementi fondamentali come l’isolamento termico, per garantire una temperatura interna costante ed omogena, la presenza di infissi termici per ridurre il più possibile la dispersione di calore, il calore corporeo degli abitanti e quello generato dagli elettrodomestici presenti in casa. Insieme a questi elementi base la casa passiva è caratterizzata anche dalla ventilazione controllata e dall’utilizzo il più possibile ampio e costante delle energie rinnovabili.

Vantaggi e opportunità delle case passive

Per sintetizzare, i vantaggi di una casa passiva rispetto a una costruzione tradizionale partono dal poter contare su una struttura di alta qualità, progettata secondo principi ben delineati e che rispondono a standard precisi, controllati dalla fase di progettazione a quella di costruzione, con un’attenzione particolarmente alta alla scelte dei materiali e alla loro posa. La combinazione di questi elementi consente di contenere in modo significativo l’impatto ambientale delle costruzioni, assicurando nello stesso un comfort termico ideale per gli abitanti, che potranno contare – grazie alla ventilazione meccanica – su aria sempre pulita e filtrata.

I costi delle case passive

Per realizzare una casa passiva è in generale necessario un investimento iniziale più alto rispetto a quello che serve per l’edilizia tradizionale, anche se le cifre variano sensibilmente a seconda dei materiali che vengono scelti. Ma anche questo è un “falso problema”, dal momento che a questa criticità iniziale si contrappone una convenienza certa a medio-lungo termine: gli edifici a impatto zero, infatti, consentono una drastica riduzione dei consumi energetici, fino al -90% rispetto all’edilizia tradizionale, con un ritorno dell’investimento che sarà evidente nel giro di pochi anni.

Le sette regole d’oro per la progettazione di una casa passiva

Realizzare una casa passiva vuol dire tenere conto, fin dalla fase di progettazione dell’edificio, di sette principi chiave.

Il primo è l’orientamento, per trarre il massimo dei vantaggi dall’irraggiamento solare, privilegiando quindi l’esposizione a Sud.

Il secondo principio è il rapporto di forma, la proporzione cioè tra la superficie disperdente, come pareti, coperture e solai, e il volume riscaldato: in sostanza più le forme sono movimentate e più l’edificio sarà “disperdente” e quindi meno compatto ed efficiente.

Fondamentale poi l’isolamento termico, che prevede la presenza di isolanti sulle pareti esterne, e il montaggio di serramenti termici, in grado di limitare la dispersione del calore. L’isolamento dovrà essere realizzato prestando attenzione al fatto che non si creino punti di discontinuità, i cosiddetti “ponti termici” attraverso i quali il calore rischia di essere disperso.

Fondamentali anche l’utilizzo di sistemi di ventilazione per mettere costantemente a disposizione degli abitanti aria pulita che non porti con sé polveri e sostanze inquinanti, e l’attenzione a evitare le infiltrazioni d’aria.

Il mercato delle abitazioni ad alta efficienza energetica

Nonostante la recente approvazione della direttiva europea “Case Green”, che impone agli Stati membri di ridurre i consumi di energia degli edifici del 16% entro il 2030 e di una cifra compresa tra il 20 e il 22% entro il 2035 (rispetto ai consumi del 2020), il mercato delle abitazioni ad alta efficienza energetica in Italia fa ancora fatica a decollare.

La sfida, per il nostro Paese, è di migliorare l’efficienza energetica di circa un milione di immobili nell’arco di un quinquennio.

Stando ai dati diffusi in primavera dall’ufficio studi di Tecnocasa, infatti, le abitazioni di classe A e B, quelle cioè più efficienti dal punto di vista energetico, non possono contare su un mercato in espansione. Nel 2022 soltanto il 6,5% delle compravendite ha riguardato questa categoria di immobili; 1,5 punti percentuali in meno rispetto alla situazione dell’anno precedente, il 2021. A motivare questo fenomeno ci sarebbe anche una disponibilità ridotta di immobili di nuova costruzione, che normalmente vengono progettati seguendo standard di efficienza energetica più alti.

In cima alla classifica delle città più sensibili al richiamo delle case green c’è Verona, dove il 9,6% delle trattative concluse ha riguardato case di classe energetica A e B. A seguire Milano (5,7%) e Bologna (5,3%), mentre Roma e Torino si fermano al 3%, Firenze al 2,7%, Bari al 2,4%, mentre Palermo, Napoli e Genova sono ancora al di sotto dell’1%.

La case history di Liverpool

Mentre l’Italia non sembra ancora accelerare sulle case passive, un esempio interessante viene dal Regno Unito, e per la precisione da Liverpool, dove il Queens Neighbourhood Co-operative Housing (QNCH) sta progettando 100 unità di alloggi passivi a prezzi accessibili per la contea di Queens, nella Nova Scotia sud-occidentale. La sfida, in questo caso, è di tenere insieme prezzi competitivi con edifici ad alta efficienza energetica.

Il primo progetto, in Lawrence Street, prevede la realizzazione di 16 unità abitative con una camera da letto, otto con due camere da letto e due con tre camere da letto, organizzate in due edifici a due piani a forma di L intorno a un cortile centrale, con spazi verdi e giardini condominiali. Il progetto prevede un involucro edilizio super isolato per pareti, tetto e fondamenta, finestre a triplo vetro e un involucro a tenuta d’aria, consentendo sistemi meccanici di riscaldamento e raffreddamento altamente efficienti, e la produzione di energia solare sul posto.