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#RIGENERABOSCHI, la tecnologia al servizio del patrimonio boschivo

In collaborazione con l’Università di Milano il progetto di Sorgenia per tutelare cinque boschi con l’ausilio dei “Tree Talkers”, sensori che consentono di monitorare in tempo reale la fisiologia delle piante, l’intensità della fotosintesi, la rapidità della loro crescita e il modo in cui reagiscono a eventi climatici intensi

Utilizzare la tecnologia digitale dell’Internet of Things per monitorare lo stato di salute di cinque boschi disseminati nella penisola, raccogliendo allo stesso tempo dati puntuali che saranno utili per la difesa di tutto il patrimonio boschivo nazionale: è questo l’obiettivo di #RIGENERABOSCHI, il progetto ideato da Sorgenia in collaborazione con l’Università degli studi di Milano, lanciato il 25 settembre al Parco Nord di Milano, primo bosco coinvolto e prima tappa del plogging.

Il progetto, infatti, prevede anche il coinvolgimento attivo della comunità attraverso attività di educazione ambientale che culmineranno nel plogging, pratica sportiva che associa una leggera corsa alla raccolta di rifiuti. . Nella prima tappa a Milano ne sono stati raccolti 57 kg, l’equivalente di 105,52 kg di CO2 rimossa, grazie al coinvolgimento di 100 ragazzi delle secondarie di primo grado delle scuole Lodovico Pavoni e Gino Cassinis che hanno fatto plogging dopo aver partecipato a una lezione sull’importanza del bosco, sulla biodiversità e sulle caratteristiche peculiari che contraddistinguono il luogo che li ha ospitati..

Le aree coinvolte, a partire dal Parco Nord Milano, sono il bosco di Forlì-Bertinoro dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Forlì-Bertinoro, il complesso regionale forestale “Colline Metallifere”, in Toscana, l’Unione di Comuni Montana Colline Metallifere in Toscana, il Parco Naturale Regionale Bosco Incoronata in Puglia e il Parco del Pollino che si estende in Basilicata e Calabria.

I partner di #RIGENERABOSCHI

Alla realizzazione del progetto ha collaborato Giorgio Vacchiano, presidente del Climate Media Center Italia e ricercatore in gestione e pianificazione forestale presso l’Università degli Studi di Milano, dove è impegnato nello studio di modelli di simulazione in supporto alla gestione forestale sostenibile, alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico e ai disturbi naturali nelle foreste temperate europee. Tra i partner dell’iniziativa anche PEFC Italia, associazione senza fini di lucro che promuove la gestione sostenibile delle foreste, E.R.I.C.A. (Educazione Ricerca Informazione Comunicazione Ambientale), cooperativa che dal 1996 si occupa di ambiente in termini di comunicazione e di supporto tecnico a enti pubblici e organismi privati, e Fondazione Sorella Natura che ha recentemente dato vita all’Associazione Nazionale Guardie Ambientali Volontarie Custodi del Creato.

Il patrimonio forestale italiano

Secondo i dati pubblicati sull’ “Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio” realizzato dal Comando unità forestali ambientali e agroalimentari dell’arma dei Carabinieri, aggiornato al 2021, il territorio italiano è per il 36,7% coperto da boschi. La superficie boschiva è cresciuta complessivamente del 18,4% negli ultimi 10 anni, arrivando a coprire circa 11 milioni di ettari. Un aumento che ha avuto un riflesso anche sulla quantità di anidride carbonica catturata: 16 anni fa ammontava a 490 milioni di tonnellate, e oggi è arrivata a 569 milioni.

I Tree Talkers, sentinelle IoT

Nei boschi coinvolti dal programma verranno installati i Tree Talkers, dispositivi connessi in rete e tra loro in cloud attraverso l’Internet of Things che, grazie a sensori hi-tech, terranno sotto controllo in real time un insieme di parametri utili a monitorare lo stato di salute degli alberi e dell’ambiente in cui crescono, oltre a dare indicazioni precise sulla quantità di CO2 assorbita.

Collegati tra loro e a un centro di raccolta e di elaborazione dei dati, i Tree Talkers sono estremamente utili anche come “rete di emergenza” in grado di lanciare un alert specifico ogni volta che i boschi corrono un qualche tipo di pericolo, che si tratti i incendi, eventi meteorologici estremi, cambiamenti climatici o dell’attuazione delle pratiche di gestione per la salute delle piante nelle aree interessate.

Nella dotazione dei Tree Talkers c’è uno spettrometro a 12 bande che inquadra il fogliame e consente di quantificare la presenza di clorofilla e azoto, l’intensità della fotosintesi, oltre che di dare indicazioni attendibili sullo stato di salute della chioma.

Grazie a due piccoli fori sul tronco per l’installazione di un sensore magnetico, inoltre, i Tree Talkers consentono di misurare il ritmo di crescita dell’albero e di calcolare la quantità di linfa che risale la pianta, l’intensità delle oscillazioni dovute al vento, oltre alle indicazioni sulle condizioni climatiche, come temperatura e umidità.

I cinque boschi coinvolti

  1. Il Parco Naturale Regionale Bosco Incoronata
    Area naturale protetta di 320 ettari nel cuore del Tavoliere delle Puglie, si trova a circa 12 chilometri dalla città di Foggia. È caratterizzato dalla presenza di molte grandi querce di età secolare, e dal torrente Cervaro, corso d’acqua lungo 80 km che ha origine sui Monti Dauni, e sfocia vicino al golfo di Manfredonia, alimentando la palude dell’Oasi Lago Salso. Grazie alla ricchezza degli habitat la fauna del parco è molto diversificata.
  2. Il Parco Nazionale del Pollino
    Nato nel 1993, si estende su un territorio di più di 192mila ettari, che la rendono la più grande area protetta di nuova istituzione in Italia. Interessa 56 Comuni tra la Calabria e la Basilicata, e conta sulle vette più alte dell’appennino meridionale, il Massiccio del Pollino, i monti dell’Orsomarso e il monte Alpi. Nelle zone prossime alla costa prevale la macchia mediterranea, mentre nella fascia sopra-mediterranea dominano le diverse varietà di querce, mentre nella fascia montana prevale la faggeta. Emblema del parco è il pino loricato, tra i quali “Icarus”, che con i suoi 1.236 anni è l’albero più vecchio d’Europa.
  3. Il complesso regionale forestale “Colline Metallifere”
    Si trova per la maggior parte tra i Comuni dell’Unione, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo e Montieri, ma interessa anche i Comuni di Suvereto e Piombino in provincia di Livorno e, per una piccola parte il comune di Gavorrano. Tra le aree boscose si distinguono quelle caratterizzate dai cerri, dai castagneti, dalle leccete, dalle pinete di Pino d’Aleppo, da quelle di pino Marittimo e dalle sugherete. Nella Foresta regionale di Montionisi, inoltre, si trovano anche querceti di roverella, pinete di pino domestico e cipressete.
  4. Il Bosco di Forlì-Bertinoro
    Di proprietà della Diocesi di Forlì, ha un’estensione di poco più di mille ettari sulle colline dell’appenino tosco romagnolo, dai 130 metri fino agli 800 metri di altitudine. È composto in prevalenza da boschi cedui, querceti e boschi misti di latifoglie decidue. A predominare sono le querce decidue, il castagno, il carpino nero, orniello, aceri e ciliegi. Presenti anche aree con rimboschimenti di pino nero e pino silvestre.
  5. Il Parco Nord Milano, Parco Regionale dal 1975, conta su 790 ettari di territorio protetto, di cui 114 ettari di boschi autoctoni. Conta anche su 214 ettari di prato, 100 ettari di campi agricoli e 11 laghi che ospitano molte specie di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, libellule, farfalle, alberi, arbusti e fiori spontanei.
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