“Cittadini per l’aria” è una realtà associativa che attraverso campagne e attività di scienza partecipata nelle città raccoglie dati sulla qualità dell'aria e cerca soluzioni da sottoporre agli amministratori. La presidente Anna Gerometta ci ha parlato delle attività, delle difficoltà e dei risultati ottenuti

Il 21 marzo 2023, il giorno in cui inizia la primavera, ha trovato Milano con un triste primato: la città più inquinata d’Europa. Nella classifica mondiale sulla qualità dell’aria il capoluogo lombardo si è posizionato al terzo posto, dietro solo la capolista Teheran e, in seconda posizione, Pechino. L’inquinamento atmosferico è un tema molto sentito dalla popolazione lombarda, la Pianura Padana è, infatti, la zona più inquinata d’Europa.
Ma c’è chi prova a fare qualcosa, informando i cittadini e intervenendo sulle decisioni degli amministratori. “Cittadini per l’aria” è una realtà associativa con sede a Milano, una rete di cittadini che ha scelto di “impegnarsi per difendere il diritto di respirare aria pulita” perché “la qualità dell’aria non è un bene negoziabile”. L’associazione è attiva attraverso “campagne e attività di scienza partecipata nelle città” per raccogliere dati e cercare soluzioni da sottoporre agli amministratori.
Abbiamo sentito la presidente di “Cittadini per l’aria” Anna Gerometta e con lei abbiamo parlato delle attività, delle difficoltà e dei risultati dell’associazione da lei presieduta.

Di cosa parliamo?

Com’è nata l’associazione “Cittadini per l’aria”?

La qualità dell’aria è un tema molto caldo a Milano, da tantissimi anni, quindi, siamo partiti prima di altre realtà urbane. L’associazione è nata per uscire dalla dimensione locale e rivolgerci a quella nazionale, per poter condividere con altri cittadini, in altre città d’Italia le attività di scienza partecipata e di tutela giuridica che si facevano già a Milano.

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a creare l’associazione “Cittadini per l’aria”?

Volevamo dare un contributo per evitare che ogni città dovesse ricominciare tutto da zero, volevamo che i cittadini fossero avvantaggiati dal fatto di essere supportati dalle informazioni dei membri della nostra associazione che, prima di loro, si erano occupati della tutela della qualità dell’aria. L’associazione ci aiuta a collaborare con tante realtà, in tante città, con cittadini che o hanno attivato dei comitati, oppure hanno voglia di aiutarci a spingere i nostri progetti nella loro città e quindi si rendono parte dell’associazione.

Quali difficoltà avete incontrato nel corso della formazione della vostra associazione? Come le avete superate?

La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato è quella di non avere una sede fisica. Questo è forse il più grosso handicap che viviamo tutt’oggi. Non avere una sede è l’ostacolo più grande per lavorare in modo coordinato ed efficace. Un altro ostacolo, connaturato al nostro lavoro, è la mancanza di visione dei nostri amministratori, sono assolutamente restii a capire che si può cambiare, che si deve cambiare. Si fa molta fatica a interagire nel senso proficuo del termine, si vede troppa paura e poca determinazione nel portare avanti dei cambiamenti.

Quali sono le iniziative sul territorio?

Adesso abbiamo appena chiuso la campagna e “NO2 no grazie” che ha monitorato, con oltre 1500 campionatori passivi a Milano e a Roma, il biossido di azoto durante il mese di febbraio. Quindi fra poco riceveremo i dati e faremo delle nuove mappe di come si diffonde questo inquinante in queste due città che, per la loro importanza, dovrebbero essere la bandiera del cambiamento delle politiche sulla mobilità. Cerchiamo di fornire anche degli elementi di giudizio agli amministratori. È in corso anche un’altra campagna di informazione con i pediatri. Abbiamo creato dei materiali, che consegniamo ai pediatri e che abbiamo online, che spiegano che cosa fa l’inquinamento ai bambini e che cosa ogni famiglia può fare per proteggersi e per non farlo aumentare nelle nostre città. E poi cerchiamo di dare il nostro contributo anche in Europa: in questo momento stiamo cercando di aiutare la revisione della direttiva sulla qualità dell’aria.

Ci descrive un’attività di scienza partecipata?

Una campagna riguarda proprio la rilevazione del biossido di azoto. I cittadini misurano i livelli di questo inquinante, che deriva principalmente dai diesel e che quindi si elimina completamente se si eliminano i diesel, poi i dati sono consegnati ai ricercatori che creano delle mappe di diffusione di questo inquinante. La mappa è interattiva: si può entrare e inserendo l’indirizzo si può vedere quali sono le concentrazioni e qual è il rischio di mortalità aggiuntiva a quell’indirizzo per l’esposizione cronica a quella concentrazione di biossido di azoto.

Cosa è emerso dalle vostre rilevazioni?

Milano è in una situazione tragica, veramente tragica, abbiamo superato il limite che l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica a tutela della salute umana. In particolare, le arterie di scorrimento delle strade di Milano sono colorate di viola scuro, quasi nero. Hanno dei livelli che sono spesso il doppio di quello che è il limite di legge, che è già altissimo rispetto a quello che dovrebbe essere per tutelare la salute umana. Creare dati ed evidenze, da un lato sensibilizza i cittadini che partecipano, e dall’altro restituisce agli amministratori l’evidenza del fatto che non stanno facendo quello che devono fare per tutelare la salute dei loro cittadini.

Avete un dialogo con le amministrazioni?

Sì, certo, abbiamo un dialogo, li spingiamo e cerchiamo di infondere coraggio e, allo stesso tempo, evidenziamo quando ci sono delle decisioni che non condividiamo o delle paure che vanno superate in modo coraggioso e visionario.

Che risposta avete da parte della cittadinanza?

Buona, quando lanciamo le campagne di scienza partecipata i cittadini sono molto coinvolti. È meno facile diciamo comunicare, avremmo bisogno di tante forze in più nella comunicazione per arrivare di più ai cittadini in modo più efficace, perché ormai ci sono tante troppe notizie mal diffuse, che informano male, che danno dati sbagliati e che ostacolano il cambiamento.

Mi fa un esempio?

Ogni tanto sentiamo dire che durante la pandemia non si sono abbassate le concentrazioni di inquinanti nell’aria. In realtà durante la pandemia i valori sono crollati, gli unici valori che non si sono ridotti in modo drastico sono stati quelli del particolato perché le persone, stando molto di più a casa, hanno un usato di più la legna. Questo è stato usato per avanzare l’ipotesi che occuparsi della mobilità non serva a niente. Queste sono informazioni costruite per un per evitare di affrontare il problema. A volte vengono date quelle che in inglese si chiamano cherry picking, piccole informazioni che oscurano, con falsità, tutto il resto dell’informazione. È molto importante riuscire a informare correttamente e per fare questo ci vogliono molte forze.

Quali sono i vantaggi dei membri dell'associazione del far parte dell'associazione?

Possono dire di partecipare a progetti molto belli ed essere progressivamente sempre più informati sui nostri temi.