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Evja, AI e IoT per realizzare il sogno dell’agricoltura sostenibile

Il Chief marketing officer e co-founder dell’azienda che ha debuttato nel 2017: “Grazie all’AI, a modelli agronomici predittivi e all’IoT diamo agli agricoltori gli strumenti per combattere la siccità e utilizzare responsabilmente le risorse”

Evja è nata a Napoli nel 2015 con il sogno di creare un’agricoltura più sostenibile. Questo sogno è poi diventato un progetto grazie al lavoro svolto con gli altri co-founder Davide Parisi e Antonio Affinito. Per realizzare questo progetto abbiamo unito la nostra esperienza e coinvolto partner scientifici come università e centri di ricerca, entrando sul mercato nel 2017. Due anni dopo abbiamo aperto una sede a Wageningen, nel cuore della Food Valley olandese e attualmente operiamo in quattro continenti e lavoriamo con aziende che vanno dai piccoli produttori di prodotti locali alle grandi multinazionali agroalimentari”. A raccontare in quest’intervista la storia di Evja è Paolo Iasevoli, Chief marketing officer oltre che terzo co-founder dell’azienda.

Paolo, quali sono i servizi su cui puntate di più e che stanno ottenendo più successo sul mercato?

Opi è il nostro Sistema di Supporto Decisionale, l’unico con brevetto internazionale sul mercato. Si tratta di un sistema basato su intelligenza artificiale, modelli agronomici predittivi e sensori IoT che supporta le aziende agricole nella pianificazione delle attività agronomiche in campo e in un’analisi approfondita che permette di creare best practice e stilare un bilancio di sostenibilità. Riguardo al nome di OPI, è quello dell’antica dea romana dell’abbondanza, dal quale deriva anche il termine “opulenza”. Ma significa anche Osserva, Prevedi, Intervieni, che è esattamente quello che permette di fare Opi alle aziende agricole: osservare in tempo reale il micro-clima del campo, prevedere i bisogni delle piante in termini di irrigazione, fertilizzazione e fitopatologie, e intervenire al momento giusto, ottimizzando le risorse.

In un momento in cui la sostenibilità ambientale è una priorità, qual è il valore aggiunto del vostro approccio?

Troppo spesso chi parla di sostenibilità lo fa senza fare i conti con gli agricoltori, sui quali ricade tutto il peso di questo obiettivo divenuto indispensabile ma difficilmente praticabile. La nostra missione è quella di affiancare le aziende agricole per permettere loro di realizzare una sostenibilità non solo ambientale ma anche economica. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono evidenti e noi, lavorando quotidianamente con il micro-clima, riscontriamo continue variazioni non solo di eventi meteo ma anche dei comportamenti dei patogeni. Per questo è fondamentale che l’esperienza dell’agricoltore sia rafforzata da un supporto scientifico e preciso come OPI. In pratica cosa vuol dire? Se ad esempio devo pianificare un’irrigazione, OPI mi fornisce in tempo reale tutti i parametri necessari a capire esattamente quando intervenire e quanta acqua somministrare. Questo può essere una salvezza in casi di periodi di siccità ma anche in condizioni normali permette di ottimizzare le risorse idriche e ottenere un prodotto più sano, evitando marciumi e infezioni batteriche e fungine.

Chi sono i vostri clienti-tipo?

Lavoriamo in qualsiasi ambiente di coltivazione: pieno campo, serra, tunnel di plastica, vivaio, vertical farm. Il nostro target principale sono le orticole coltivate in tunnel, e in particolare ortaggi a foglia, pomodori, fragole e piccoli frutti, ma anche alcune colture di pieno campo come pomodoro da industria, kiwi e cespi. Per quanto riguarda la dimensione, i nostri clienti variano da aziende che coltivano prodotti IGP e DOP su superfici inferiori all’ettaro fino a grandi gruppi industriali che gestiscono migliaia di ettari. Ognuno ha i suoi bisogni, che spaziano dal residuo zero all’ottimizzazione dei fattori produttivi, e la propensione ad investire è alta quando un sistema tecnologico come OPI permette di raggiungere risultati concreti e misurabili.

Molti associano il concetto di agricoltura a quello di “tradizione”. Come riuscite a fare breccia in questo muro?

La tradizione non deve essere vista come un ostacolo ma come un capitale di grande valore. Questo capitale è messo in serio pericolo dai cambiamenti climatici, a causa dei quali gli eventi meteo, la stagionalità dei patogeni e in generale l’ambiente in cui si opera sono mutati sostanzialmente rispetto alla generazione precedente. Il “si è sempre fatto così” non è più valido perché le coordinate in cui ci si muove continuano a cambiare. OPI funziona proprio come una bussola, che permette alle aziende agricole di orientarsi in scenari instabili grazie all’intelligenza artificiale e all’analisi dei dati. Come per tutti gli strumenti è fondamentale la maestria di chi lo utilizza, e per questo esperienza e tradizione sono complementi imprescindibili della tecnologia.

In che modo il vostro approccio aiuta a rispettare l’ambiente? Ci puoi fare qualche esempio concreto?

OPI permette alle aziende agricole di vedere e capire cosa sta succedendo alle piante in tempo reale. Questo significa che ogni intervento sarà fatto al momento giusto e con la massima ottimizzazione dei fattori produttivi. Abbiamo parlato prima di come OPI possa ottimizzare le irrigazioni, con conseguente miglioramento del bilancio idrico di un’azienda. Un altro esempio è la gestione delle fitopatologie. Alcune aziende programmano i trattamenti con fitosanitari in base alla stagionalità dei patogeni. I modelli predittivi di OPI permettono invece di conoscere esattamente qual è il rischio di infezione in tempo reale. Il vantaggio è duplice: da un lato, ci sono casi in cui anche nel pieno della stagione, le condizioni microclimatiche del mio campo non favoriscono l’infezione, e quindi posso risparmiare tempo, pesticidi ed evitare sia di inquinare il suolo che rischiare di avere residui chimici sul prodotto. Dall’altro lato, una patologia potrebbe presentarsi fuori stagione, proprio in virtù dei cambiamenti climatici di cui sopra, e grazie agli allarmi di OPI potrò intervenire tempestivamente evitando danni al raccolto. Sostenibilità, infatti, non è solo risparmiare acqua e ridurre l’inquinamento, ma anche evitare perdite di raccolto. Riteniamo infatti che migliorare l’ambiente sia una nostra precisa responsabilità e per questo le nostre azioni sono guidate dai SDGs dell’agenda 2030, per cui ci impegniamo a contribuire al risparmio idrico, alla tutela della biodiversità, al contenimento dello spreco in campo e al potenziamento della produttività.

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