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Digitale e sostenibilità, aziende ancora timide sugli investimenti integrati

I dati dell’osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano: l’84% dei grandi player stanzia risorse sui due settori, anche se mancano le sinergie. Pmi più indietro al 31%. E soltanto il 10% delle aziende ha un digital sustainable officer

Innovazione digitale e sostenibilità possono essere alleate e avere un impatto importante sulle persone, le imprese e il sistema Paese. Ma la strada da percorrere è ancora lunga, e il panorama nazionale evidenzia una situazione in cui le grandi imprese sono più attive e preparate alle nuove opportunità della twin transition, mentre le piccole e medie imprese stanno accumulando ritardi e affrontano il tema con più timidezza. A evidenziare questo trend sono i dati dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano pubblicati a fine febbraio, che compongono anche il quadro di come le attività e le strategie della Commissione Europea stanno semplificando questo percorso.

L’Europa tra digitale e sostenibilità

Per indirizzare l’Europa, e quindi anche l’Italia, sulla strada dell’innovazione digitale e della sostenibilità, la Commissione UE ha messo in campo finora una serie di provvedimenti legislativi e piani strategici, passando in rassegna in quali però emerge ancora una difficoltà di integrazione tra la sostenibilità e il digitale.

L’analisi dell’osservatorio PoliMi ha preso in considerazione 92 iniziative (54 legislative e 38 piani strategici con obiettivi non vincolanti e a lungo termine). Tra quelle dedicate alla sostenibilità soltanto il 13% mette al centro il digitale, mentre tra quelle che sono indirizzate con più decisione al digitale il 90% tratta la sostenibilità come un elemento rilevante, anche se in riferimento soprattutto ai temi sociali e di governance.

A livello legislativo, le iniziative della Commissione UE si concentrano su trasparenza aziendale, transizione digitale, sicurezza tecnologica, gestione dei dati e utilizzo delle risorse. Mentre sul versante strategico l’attenzione è rivolta soprattutto alla sostenibilità: in primo piano sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, transizione digitale, diritti umani e inclusione sociale.

Grandi aziende più disposte a investire 

A dimostrare più sensibilità verso i temi del digitale e della sostenibilità in Italia sono le aziende di dimensioni più grandi. Più di otto su dieci, per la precisione l’84%, infatti, investe sia in innovazione digitale sia in sostenibilità.

La difficoltà maggiore, però, è quella di attivare sinergie tra i due ambiti. Infatti, soltanto un terzo del campione preso in esame dallo studio, il 34%, utilizza l’innovazione digitale in modo intensivo come strumento per perseguire obiettivi sostenibili, e meno di un quarto – il 22% – si fa guidare dalle linee di sviluppo sostenibile per rivedere la politica di adozione digitale.

Quanto ai ruoli interni alle aziende, le grandi società hanno nel 98% dei casi un responsabile IT, nell’83% un responsabile della sostenibilità – che nel 33% dei casi ricopre anche altri ruoli – e soltanto il 10% può contare su un Digital Sustainability Officer, figura di collegamento tra l’innovazione digitale e sostenibilità.

Le piccole e medie imprese in ritardo

Come era prevedibile, le piccole e medie imprese evidenziano una maggiore difficoltà nel campo degli investimenti: la percentuale di quelle che scelgono di destinare risorse al digitale è del 53%, e si scende al 42% quando si tratta di stanziare investimenti nel campo della sostenibilità. A motivare questa difficoltà sono prevalentemente i costi elevati e la mancanza di risorse.

Quanto all’approccio integrato, il 35% delle PMI investe poco o nulla in entrambe le dimensioni, il 31% investe intensamente sia in innovazione digitale che in sostenibilità, mentre le sinergie tra i due ambiti sono molto limitate: l’8% del campione utilizza il digitale in modo intensivo per perseguire obiettivi di sostenibilità a tutto tondo, e il 6% utilizza le linee guida sulla sostenibilità per guidare la digitalizzazione.

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