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Spiagge pulite, i giovani trainano “l’esercito del plogging”

plogging

I risultati della ricerca Sorgenia-Human Highway: otto italiani su 10 sono infastiditi dalle spiagge sporche, e il 62% fa qualcosa per cambiare la situazione. Il 40% dei più sensibili ha meno di 24 anni

La pulizia delle spiagge sta diventando un tema all’ordine del giorno per gli italiani, che sono sempre più sensibili verso il rispetto dell’ambiente e questo tema in particolare, e sempre più attivi per cambiare la situazione, sia mettendo in gioco un po’ del proprio tempo libero per iniziative di plogging o di beach cleaning, sia sensibilizzando le persone che hanno attorno.
A evidenziarlo è la survey Sorgenia realizzata da Human Highway da cui emerge che più di otto italiani su dieci provano fastidio per la sporcizia che trovano sulle spiagge, mentre il 62% è disposto a scendere in campo direttamente e lo fa ogni volta che è possibile ripulendo i luoghi che frequenta. All’interno di questo gruppo, il 40% è composto da giovani che hanno meno di 24 anni.
Il sondaggio è stato realizzato per avere un quadro indicativo dei sentimenti dei 31 milioni di italiani che frequentano abitualmente le spiagge del Paese, e i risultati sono stati diffusi in concomitanza con la fine delle iniziative di plogging previste da Progetto M.A.R.E. (Marine Adventure for Research & Education), ideato da Centro Velico Caprera e One Ocean Foundation per studiare la salute del Tirreno.

Gli italiani mostrano sensibilità per la salute delle spiagge

Del totale di 31 milioni di nostri connazionali che abitualmente trascorrono l’estate sui litorali del Paese, sono 27,4 milioni coloro che si sono imbattuti in rifiuti di ogni genere abbandonati sulle spiagge, mentre soltanto il 12% del campione non è venuto a contatto con questo problema. E la circostanza ha provocato una sensazione di fastidio, complessivamente, a 25 milioni di persone. Di fronte a questi numeri, circa il 62% del campione, pari a 19 milioni di italiani, è attivo nel difendere l’ambiente: si tratta di persone che raccolgono i rifiuti nelle aree marine che frequentano e si prendono cura per come possono delle spiagge che frequentano. Di questi, inoltre, circa 14 milioni si attiva provando fastidio e sdegno, mentre una piccola percentuale, pur facendo comunque la propria parte nella pulizia, non si dimostra “impressionata” dalla presenza di rifiuti. Tra i più attivi la ricerca segnala i giovani con meno di 24 anni, per lo più quelli residenti nei centri urbani dell’Italia meridionale, appassionati di lettura, sport e vita all’aperto.
Interessante notare anche come il 18,7% del campione analizzato dallo studio, pur definendosi sdegnato dalle condizioni in cui trova le spiagge che frequenta, non faccia nulla per migliorare la situazione. Questo comportamento è motivato nella maggior parte dei casi dal pensare che la pulizia degli arenili non sia un proprio compito, dal non disporre di strumenti adeguati o dalle preoccupazioni di carattere “igienico”. Un ulteriore 11,7% è poi composto dai “distratti”, persone cioè che sono attente alla situazione di pulizia e decoro delle spiagge che frequentano, e che non si accorgono della presenza di rifiuti.

Mozziconi e mascherine i rifiuti più diffusi

Dalle rilevazioni del sondaggio emerge che i rifiuti più diffusi sulle spiagge italiane sono i mozziconi di sigaretta, segnalati dal 72,3% del campione, seguite da bottiglie, lattine e plastiche, segnalate dal 50%, e dalle mascherine, che nel post-covid vengono segnalate dal 39,8% degli intervistati. Compaiono poi con percentuali minori gli scarti alimentari, le carte e i giornali, gli indumenti e gli escrementi di animali domestici.

La ricetta per combattere il degrado: plogging e beach cleaning

Per trovare una soluzione alla sporcizia e ai rifiuti sulle spiagge gli intervistati indicano una serie di azioni utili alla prevenzione del fenomeno, come una presenza maggiore di cestini e raccoglitori per la spazzatura nelle vicinanze dei luoghi frequentati dai bagnanti. Sarebbe utile, secondo il campione, anche l’introduzione di figure come “guardie marine” che possano vigilare sullo stato di salute del litorale e dissuadere i bagnanti dai comportamenti scorretti. Ma al di là della prevenzione, gli intervistati segnalano anche l’importanza di iniziative per ripulire le aree marine dove la spazzatura è già presente, come ad esempio i flashmob da organizzare periodicamente sulle spiagge. Il 17,9% dei “responsabili” chiede che venga istituita la “mezz’ora di pulizia” e uno su sette immagina eventi che possano essere segnalati sui canali social o attraverso app ad hoc utili a convocare i volontari per la pulizia delle spiagge più sporche.

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