Le principali località italiane dell’estate prese d’assedio. Un nuovo studio di Demoskopika analizza l'impatto del fenomeno su risorse, infrastrutture e ambiente, evidenziando l'urgenza di politiche di gestione per garantire la vivibilità e la sostenibilità
L’overtourism, o sovraffollamento turistico, sta emergendo come una delle sfide più gravi per la sostenibilità del settore turistico in Italia. Con l’aumento dei flussi turistici, alcune delle principali destinazioni italiane stanno affrontando una pressione insostenibile su risorse e infrastrutture. Con il rischio che – se non affrontato con decisione – questo fenomeno possa minacciare la qualità della vita delle comunità locali e danneggiare l’ambiente, oltre a compromettere la experience dei visitatori.
L’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICST), creato dall’Istituto di ricerca Demoskopika, è uno strumento pensato per monitorare e analizzare l’overtourism. Lo studio, che si basa sull’elaborazione di dati ufficiali forniti dall’Istat e dall’Ispra, integra cinque indicatori principali: densità turistica, densità ricettiva, intensità turistica, utilizzo lordo delle strutture ricettive e incidenza dei rifiuti urbani attribuibili al settore turistico.
Le destinazioni più sotto pressione
Secondo l’ultimo rapporto di Demoskopika, Rimini, Venezia e Bolzano continuano a dominare la lista delle destinazioni italiane più esposte al sovraffollamento turistico. L’indice evidenzia come queste città, già tradizionalmente al centro di un afflusso massiccio di visitatori, siano alle prese con una densità turistica e ricettiva che supera i limiti sostenibili.
Rimini, in particolare, è in cima alla classifica per densità turistica, con oltre 17.000 presenze per chilometro quadrato. Venezia segue da vicino, con circa 16.000 presenze per chilometro quadrato. Queste città, insieme ad altre come Livorno, Napoli e Trento, sono ormai riconosciute come “destinazioni ad alto rischio”.
Gli effetti del sovraffollamento sulla qualità della vita
Il sovraffollamento turistico ha implicazioni significative per la qualità della vita dei residenti nelle destinazioni più colpite. Le comunità locali, infatti, si trovano a dover condividere risorse limitate con un numero crescente di visitatori. Al centro dell’attenzione sono soprattutto le infrastrutture pubbliche, come i trasporti e i servizi di igiene urbana, che diventano particolarmente vulnerabili durante i picchi stagionali.
Nel caso specifico di Venezia e Bolzano, inoltre, uno dei principali fattori di rischio è la proporzione di turisti per abitante, di 47 visitatori per residente nella città lagunare e – livello record – di quasi 69 turisti per residente a Bolzano.
Impatti ambientali: la questione dei rifiuti
Un altro aspetto critico dell’overtourism riguarda l’impatto ambientale, in particolare la gestione dei rifiuti. Secondo il rapporto Demoskopika, Rimini detiene il primato per la produzione pro capite di rifiuti urbani legati al turismo, con 76,8 chilogrammi di spazzatura per turista.
Soluzioni e strategie per una gestione sostenibile
Per contrastare gli effetti negativi dell’overtourism, spiega il report di Demoskopica, è fondamentale adottare politiche di gestione equilibrata che permettano di conciliare l’accoglienza dei turisti con il rispetto per le risorse locali. Il rapporto suggerisce diverse misure, tra cui la regolazione dei flussi turistici durante i periodi di alta stagione, la promozione di destinazioni alternative e l’incentivazione di un turismo distribuito durante tutto l’anno, che valorizzi anche i mesi tradizionalmente meno turistici.
Inoltre, secondo il rapporto, è necessario un maggiore investimento in infrastrutture sostenibili e in tecnologie che permettano di monitorare e regolare l’afflusso di turisti in tempo reale. Le destinazioni italiane, per esempio, potrebbero implementare sistemi di prenotazione obbligatoria per alcune attrazioni turistiche, o l’adozione di misure di regolazione dei trasporti pubblici per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la vivibilità delle aree più frequentate.
Le strategie dell'UNWTO per affrontare l'overtourism
Ma a proporre una regolamentazione per contrastare l’overtourism era stata già nel 2018 l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), con lo studio “Overtourism”? Understanding and Managing Urban Tourism Growth beyond Perceptions. In quell’occasione l’agenzia proponeva 11 strategie per gestire i flussi turistici nelle destinazioni urbane.
- Promuovere la dispersione dei visitatori all’interno della città e oltre: incentivare i turisti a visitare aree meno conosciute e meno affollate, sia all’interno della stessa città che in altre regioni vicine, per ridurre la concentrazione in determinati luoghi.
- Promuovere la dispersione temporale dei visitatori: incentivare la visita delle destinazioni anche nei periodi dell’anno tradizionalmente meno frequentati, riducendo la pressione nei picchi stagionali.
- Stimolare nuovi itinerari e attrazioni: creare nuove esperienze turistiche che vadano oltre le attrazioni più visitate, offrendo alternative che distribuiscano il flusso turistico.
- Rivedere e adattare la regolamentazione: modificare le normative locali per rispondere meglio alle sfide dell’Overtourism, come limiti di accesso e regolamenti sulle strutture ricettive.
- Migliorare la segmentazione dei visitatori: studiare i diversi gruppi di turisti e indirizzare le politiche verso una gestione più mirata, per esempio distinguendo tra turisti a lunga permanenza e quelli di breve durata.
- Assicurarsi che le comunità locali beneficino del turismo: garantire che i benefici economici e sociali del turismo siano distribuiti equamente, migliorando la qualità della vita dei residenti.
- Creare esperienze cittadine per residenti e visitatori: sviluppare esperienze che siano attraenti tanto per i turisti quanto per i residenti, favorendo la coesistenza tra le due realtà.
- Migliorare le infrastrutture e le strutture della città: potenziare le infrastrutture urbane per gestire meglio i flussi turistici, migliorando il trasporto pubblico, i servizi igienici e le altre strutture necessarie.
- Comunicare e coinvolgere le parti interessate locali: creare un dialogo costante tra le amministrazioni locali, le imprese e le comunità, per allineare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti.
- Comunicare e coinvolgere i visitatori: educare i turisti sui comportamenti responsabili e sull’importanza di rispettare le risorse locali e l’ambiente.
- Stabilire misure di monitoraggio e risposta: implementare sistemi di monitoraggio per tracciare i flussi turistici e adottare misure correttive tempestive quando necessario.