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La violenza di genere può avere tanti volti

La violenza di genere è un fenomeno, sociale prima e criminale poi, spiccatamente complesso in quanto può manifestarsi sotto diverse forme, alcune più evidenti ed altre particolarmente insidiose.

La prima immagine che viene in mente quando si parla di violenza di genere è quella di una donna con dei lividi in viso, magari il classico occhio nero che si cerca di nascondere con gli occhialoni da sole, mentre in realtà più spesso di quanto immaginiamo, il volto di una vittima di violenza è molto più simile – direi a tratti quasi identico – a quello delle nostre madri, delle nostre colleghe, delle infermiere che ci accolgono al pronto soccorso e delle commesse che ci servono in negozio, è impressionantemente somigliante a quello delle nostre vicine di casa.
La violenza di genere, infatti, si manifesta sotto forma di violenza fisica solo quando raggiunge suo culmine, rimanendo invece occultata dietro sorrisi di circostanza elargiti in pubblico e lacrime amare versate all’interno delle quattro mura domestiche.

Violenza economica

Pensiamo ad un marito che detiene interamente il controllo sulle finanze familiari, costringendo la propria moglie a dovergli chiedere e documentare ogni centesimo, anche solo per andare a fare la spesa, privandola della libertà di acquistare in autonomia qualsiasi cosa, privandola della sicurezza di poter essere indipendente anche nelle azioni più banali: si tratta di violenza economica.

Violenza psicologica

Immaginiamoci poi il caso di un compagno che ogni giorno, costantemente, denigri la propria partner per i più disparati motivi, insultandola perché è ingrassata, svilendola perché sul lavoro non è arrivata a ricoprire cariche dirigenziali, ripetendole in continuazione che non vale niente, che è una pessima madre, che nessuno la amerà mai oltre lui: questa è violenza psicologica, nello specifico la legge li chiama maltrattamenti.

Violenza sessuale

Proviamo ora a visualizzare la scena, tristemente nota a molte donne, di un uomo che insiste per avere rapporti sessuali anche davanti alla chiara assenza di entusiasmo della compagna, pensiamo ad un uomo che quando riceve un no si arrabbia, urla, spacca tutto; ecco, tutte le volte in cui lei cede perché sa bene che il suo rifiuto provocherà una scenata sta subendo una violenza sessuale, e questo non è il mio parere, ma quello della nostra Corte suprema che più volte ha ribadito tale principio.

Violenza sociale

Come ultima immagine vi lascio quella di una ragazza innamorata che per non recare dispiacere al proprio fidanzato asseconda le sue richieste dettate dalla gelosia: non mette più il rossetto, non indossa più abiti corti, non esce più con le sue amiche del cuore e, a mano a mano, perde i rapporti con tutti quelli che le vogliono bene; questa tattica che provoca l’isolamento della vittima, è violenza sociale.

Combattere la violenza di genere si può

Questi e tanti altri sono i volti che può assumere la violenza di genere e che troppo spesso rappresentano solo l’inizio di una strada che porta a leggere il nome della donna sui titoli di giornale, a farla diventare l’ennesimo numero nelle statistiche dei femminicidi.

Combattere la violenza di genere si può, ma richiede un impegno collettivo che parte dalla presa di consapevolezza di tutte e tutti noi e che si estende ai valori ed all’educazione che riusciremo a trasmettere alle future generazioni.

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