Vecchi contenitori in plastica diventano fantastici gioielli e la carta di giornale se accartocciata bene diventa un perfetto pallone da calcio. Questa è l'arte del riciclo, una delle più grandi abilità delle popolazioni del Kenya, che permette di ridare vita a ciò che per noi è rifiuto
Vivo in Kenya da ormai tantissimi anni e sebbene i miei occhi si siano ormai abituati ad osservare alcune peculiarità, ci sono delle cose che non finiranno mai di stupirmi e ispirarmi.
Sì, ispirarmi. Ora vi spiego perché.
Sono cresciuta in un paese, l’Italia, in cui spesso si diventa vittime del consumismo senza quasi accorgersene. È o non è una colpa? Non lo so e non credo di voler o dover trovare la risposta. Quello che posso dirvi però è che pur essendo cresciuta in una famiglia oculata, attenta agli sprechi di qualsiasi tipo e consapevole delle proprie azioni quotidiane, sono arrivata ad un certo punto della mia vita in cui mi sono amaramente resa conto di essere vittima del consumismo.
Un oggetto è datato? Si sostituisce.
Un capo è bucato? Si butta.
Fortunatamente oggi, anche in Italia, c’è molta più consapevolezza su questi temi ma dieci, quindici, vent’anni fa, no. Si viveva bene o male nell’abbondanza di cose, di oggetti, di vestiti. E in quell’abbondanza ci si permetteva di buttare, sostituire, eliminare tutto ciò che a noi non andava più bene o non serviva.
Una "nuova" forma d'arte: il riciclo
Quando sono arrivata in Kenya ho cominciato sin da subito a notare una curiosa nuova (per me) forma d’arte: il riciclo.
Le taniche con cui spesso vedete trasportare l’acqua? In realtà sono bottiglie che precedentemente contenevano olio per cucinare.
Vecchi contenitori in plastica di detersivi e saponi? Le donne Maasai li puliscono, li intagliano e li usano per creare meravigliosi e unici gioielli tradizionali.
Carta di giornale e sacchetti di plastica inutilizzati? I bambini li appallottolano con tutta la forza che hanno in corpo e ci creano fantastici palloni da calcio. C’è anche chi rivende bottiglie, contenitori, sacchetti e altri oggetti in plastica che, una volta ripuliti, possono diventare portaoggetti, contenitori per spezie, riso o legumi.
Insomma, il riciclo qui in Kenya è una vera e propria arte, un assoluto stile di vita.
Vittime del consumismo: colpa o conseguenza?
Oggi, dopo tanti anni in questo paese, molte cose fanno parte di me e ancor di più di mia figlia che, a soli tre anni, ha già fatto suoi molti di questi valori. Mi guardo indietro ma con fare benevolo, perché capisco che essere vittime del consumismo non è una colpa ma quanto più una conseguenza. E forse, vivendo in certi luoghi, è davvero difficile rimanere immuni.
Però oggi sono qui e sono felice che un pò di questa arte africana, ora, faccia parte anche di me.