A essere a rischio sono soprattutto le nuove generazioni, ma il fenomeno riguarda trasversalmente tutte le fasce d’età. Ecco alcuni consigli, da quelli tecnologici a quelli green, per liberarsi dall’ansia di rimanere senza telefono cellulare
Tra i rischi della rivoluzione digitale c’è quello di creare nuove dipendenze: è il caso della nomofobia, un acronimo nato ormai circa 15 anni fa come abbreviazione di “no-mobile phone fobia” (nomophobia in inglese), la paura di rimanere senza smartphone, che può diventare una causa di stati d’ansia. Al tema ha recentemente dedicato un approfondimento Cnbc-Make it, inquadrando il fenomeno e proponendo una semplice guida in 10 passaggi per liberarsi da questo problema.
La diffusione del fenomeno
A pubblicare una serie di studi sulla nomofobia, condotti in Medio Oriente e nei Paesi asiatici, è la rivista Bmc Psychiatry, anche se rilevazioni che vanno nella stessa direzione sono state ad esempio condotte anche in Italia, come quella realizzata a fine 2021 da Eures. Tra le evidenze principali che emergono da queste ricerche c’è il fatto che ad essere particolarmente a rischio siano gli adolescenti e i giovani. Proprio Eures sottolineava infatti che l’82% dei giovani italiani è potenzialmente a rischio di dipendenza da smartphone, utilizzato per “combattere la noia” (secondo il 46,9% del campione) o per sentirsi parte di un gruppo ed essere accettati dagli altri (22,5%).
Come nasce la nomofobia
A spiegare a Cnbc qual è la causa scatenante della nomofobia è la dottoressa Michele Leno, psicologa e divulgatrice scientifica, conduttrice del programma scientifico “Mind Matters with Dr. Michele“.
“Siamo attaccati ai nostri telefoni, e per molte ragioni diverse – spiega Leno – Sono i nostri computer in miniatura, li usiamo per lavoro e per rimanere in contatto con la famiglia. Quando non possiamo usarli immediatamente, diventiamo ansiosi perché pensiamo di perdere qualcosa. Abbiamo questa mentalità per cui i nostri telefoni ci permettono di essere sempre connessi a tutto“.
Le app per combattere la nomofobia e rimedi green
Per vincere la dipendenza dallo smartphone, e quindi la paura di farne a meno, si può iniziare proprio dall’utilizzare un’applicazione. È questo il principio da cui partono alcune app che si sono date la mission di aiutare le persone ad avere un rapporto più equilibrato con i device tecnologici e per mantenere la concentrazione quando necessario.
- Siempo
Un esempio indicativo è quello di Siempo, applicazione sviluppata per Android che consente di “oscurare” la schermata home dello smartphone nascondendo i bagde delle app e visualizzando un messaggio – personalizzabile – che motiva a mantenere la concentrazione. Siempo consente inoltre di regolare gli intervalli di tempo durante i quali non ricevere notifiche, e di selezionare quali app possono inviare avvisi e quali far rimanere “silenziate”.
Un altro esempio è l’app Forest, nata per aiutare la concentrazione e limitare le distrazioni grazie a un timer che ha l’obiettivo di accompagnare i momenti di produttività fissando anche obiettivi giornalieri.
Agli utilizzatori compulsivi dei social si rivolge Social Fever, app che ha l’obiettivo di definire il tempo – durante la giornata – da trascorrere su Facebook & Co, impostando timer personalizzati, e contando su una serie di alert quando si esagera.
- Pause
Grazie all’app Pause sarà possibile limitare la connessione del telefono impostandolo in determinati intervalli in modalità aereo per favorire la concentrazione.
Al di là delle app, che pure presuppongono l’uso di un telefono cellulare, per liberarsi dalla dipendenza da smartphone può essere utile anche dedicarsi a un contatto più diretto con la natura, scegliendo rimedi green che possono distrarre da app e sociale, come escursioni o hobby all’aria aperta come il giardinaggio.
Altri possibili rimedi alla nomofobia
Il primo passo di una ipotetica ricetta per liberarsi dalla dipendenza da smartphone, come accade in tutti i casi di addiction, è quella di acquisire la piena consapevolezza della propria condizione e degli effetti negativi che provoca. Una volta superato questo primo, fondamentale ostacolo, secondo gli esperti interpellati da Cnbc per superare la nomofobia al primo posto c’è la ricerca di un nuovo modo per rilassarsi, impegnandosi a rimanere lontani dallo smartphone durante i “tempi morti” della giornata.
Per abituarsi a non interagire compulsivamente con il telefono cellulare potrà essere utile farlo in modo controllato, ad esempio un’ora alla volta, magari anche spegnendolo per non “cadere in tentazione”. Allo stesso modo, si potrà provare a portare a termine alcune attività senza avere lo smartphone sottomano, ad esempio lasciandolo a casa se si va a fare shopping, se ci si dedica al giardino o se si partecipa a un evento.
Per evitare una serie di automatismi ai quali si è talmente abituati da non farci più caso, potrà essere utile indossare un orologio e impegnarsi a controllare l’ora guardando quello invece del cellulare. Lo stesso può valere per l’agenda o il calendario: utilizzarne di “fisici” invece che digitali può aiutare a creare il giusto distacco dallo smartphone e a non considerarlo come uno strumento indispensabile e da avere sempre in tasca.
Per chi è abituato a passare al telefono il proprio tempo libero, la ricetta ideale è quella di trovare un hobby che prescinda dallo smartphoappne e che anzi consenta di “staccare la spina”, magari – come dicevamo – all’aria aperta e privilegiando un rapporto diretto con la natura.