Il mondo favoloso dell’Antartide è a rischio
Le meravigliose acqua dell'oceano Antartico raccontate da un subacqueo e biologo marino
L’Antartide, il cosiddetto continente di ghiaccio, è uno dei luoghi più incontaminati della Terra, una gigantesca regione dell’emisfero sud le cui acque sono tra i meccanismi principali della macchina climatica terrestre. L’oceano Antartico, infatti, assorbe circa tre quarti dell’eccesso di calore globale e quasi un terzo delle emissioni di CO2 catturate da tutti gli oceani. Purtroppo però, questo mondo favoloso è a rischio: il cambiamento climatico sta avendo impatti visibili e potenzialmente irreversibili su vita marina e biodiversità.
Per comprendere meglio le potenzialità delle acque dell’Antartico, le abbiamo esplorate attraverso le parole di Alexander Semenov, subacqueo e biologo marino specializzato in acque polari che ci ha raccontato le meraviglie sottomarine delle regioni artiche e antartiche.
Di cosa parliamo?
La passione per le acque polari
Alexander Semonov è specializzato in zoologia degli animali invertebrati, una branca della biologia marina. La sua passione è nata quando ha fatto pratica sul campo in una stazione biologica del Mar Bianco situata nel circolo polare. “Quando ho visitato la stazione per la prima volta – ci racconta Alexander – ho visto i sommozzatori che lavoravano ed erano dei veri supereroi. Andavano sott’acqua studiando questi bellissimi piccoli incredibili mostri dal profondo.” Ha intrapreso così lo stesso percorso: una carriera estremamente tecnica, costellata di immersioni e fotografie alle strane e splendide creature che popolano i mari polari. “Ho iniziato a fotografare sott’acqua e mi sono reso conto che ci sono così tante cose belle sott’acqua, quindi ho bisogno di immergermi ogni giorno, ogni stagione se è possibile avere di più dall’acqua da condividere con le persone intorno.
Quelle strane ma meravigliose creature
Osservare la vita sottomarina significa aver accesso a una conoscenza che va ben oltre quella dei documentari e delle creature che siamo abituati a conoscere tramite tv o riviste. Molte delle creature che osserva Semenov nel proprio lavoro devono ancora essere classificate: “Penso sia davvero difficile fare un elenco completo delle meravigliose creature che vivono nell’Artico ma non solo nell’Artico ma in tutto l’oceano del mondo abbiamo enormi spot sottomarini che sono ancora inesplorati, penso ad animali come i nudibranchi, molluschi, ragni marini, tutti i tipi di gelatine e molti altri che di solito non sono presenti nei documentari e la gente non ha idea dell’esistenza di queste creature.”
Ad esempio Alexander ci parla dei sea angels e del documentario che sta preparando su questi animali: “Sono minuscoli mostri carnivori – ci spiega il biologo – che si nutrono di farfalle marine, loro parenti stretti. Nella loro forma antica hanno perso i piedi e hanno due ali per nuotare liberamente nella colonna d’acqua”.
L’importanza dell’Antartide per capire i cambiamenti climatici
Oltre a lavorare nelle basi artiche, Semenov si è trovato spesso coinvolto in spedizioni in Antartide, regione importantissima da studiare per comprendere gli impatti del cambiamento climatico sul Pianeta. L’Antartide potrebbe essere considerato un deserto congelato, c’è scritto su ogni sussidiario. La sua superficie è quasi totalmente priva di vegetazione, la fauna, già scarsa, è confinata lungo le coste. È un territorio spazzato da venti impetuosi, ha respinto fino all’ultimo ogni tentativo di colonizzazione umana, tutt’oggi è praticamente spopolato. Diversissimo però è il fondale marino che è popolato da abbondanti, vivaci, e prolifiche comunità animali e vegetali.
Quello che accade in Antartide non rimane in Antartide. Gli effetti del cambiamento climatico al Polo Sud si allargano al resto del Pianeta, oltre a stravolgere l’ecosistema del continente ghiacciato. A loro volta, questi impatti modificano le relazioni tra gli stati e il contesto geopolitico. Mettendo a rischio la tenuta degli accordi internazionali che rendono il Polo Sud off-limits a tutti, fuorché per la ricerca scientifica. È il messaggio lanciato dallo Scientific Committee on Antarctic Research (SCAR), il comitato fondato negli anni ’50 che coordina tutta l’attività scientifica mondiale nella regione. Nel rapporto Antarctic Climate Change and the Environment: A Decadal Synopsis and Recommendations for Action, l’ente punta i riflettori prima di tutto sull’aumento del livello dei mari, che rimane il più importante effetto del cambiamento climatico al Polo Sud con rilevanza globale. I livelli attuali di riscaldamento globale, spiega lo SCAR, hanno già innescato processi che porteranno all’aumento delle acque di 40 cm. A sua volta, questo innalzamento fa diventare annuali le inondazioni costiere di grande intensità che un tempo sarebbero stati eventi con una frequenza di uno al secolo.
Ma quali sono le sfide di immergersi in Antartide?
“Penso che le sfide più grandi siano le infrastrutture, questi luoghi sono super remoti e difficili da raggiungere e persino dagli scienziati”. Spiega Alexander che solo per capire cosa sta succedendo sott’acqua bisogna immergersi almeno dalle 12 alle 20 volte in un solo luogo per capire come funziona, quali creature puoi incontrare e lo devi ripetere ogni stagione. “Non è un mare tropicale dove hai tutto l’anno le stesse condizioni”. I cambi di stagione modificano le condizioni degli ecosistemi, per questo è necessario immergersi così tante volte.
Dalle osservazioni di scienziati come Semenov sappiamo che importanti su scala globale sono anche le trasformazioni in atto dell’oceano Meridionale. Le acque che circondano l’Antartide svolgono un ruolo cruciale nell’assorbire una quota del riscaldamento e della CO2 antropogenici. Ma questo porta a un trend di riscaldamento delle acque superficiali, previsto di 0,5-1,75°C a seconda dello scenario emissivo al 2100. Con effetti che si ripercuotono sulla stabilità della corrente circumpolare antartica, che ha un ruolo cruciale nel distribuire in tutto il globo il calore in eccesso accumulato nelle acque tropicali.
Quanto alle conseguenze regionali, gli effetti del cambiamento climatico al Polo Sud sono perlopiù misti e difficili da prevedere. Alcuni trend, però, sono corroborati da un ampio consenso scientifico. Tra questi, il pericolo di estinzione per alcune specie animali, tra cui il pinguino imperatore. Il krill, che costituisce l’alimento primario per buona parte della fauna polare, continuerà a espandere il suo areale in direzione sud, mentre l’acidificazione dell’oceano Meridionale avrà effetti tendenzialmente negativi, soprattutto su pesci e sulla distribuzione di tutti gli organismi bentonici, ovvero quelli che popolano i fondali.