Sette imprese su dieci hanno un sito internet, tre utilizzano un social media, ma in generale il digital divide rimane ancora elevato, soprattutto rispetto agli altri Paesi europei. È quanto emerge dal rapporto Istat “Cittadini, imprese e Ict 2015”.
I LIVELLI DI DIGITALIZZAZIONE
Secondo lo studio, quasi nove imprese su dieci si collocano a un livello “basso” o “molto basso” di digitalizzazione. Tradotto in numeri percentuali si tratta dell'87,6% rispetto al 78% della media europea. Soltanto il 10,8% delle aziende con meno di 50 dipendenti raggiunge il livello “alto” o “molto alto”, mentre per le imprese con più di 250 lavoratori la quota raggiunge il 41,3%.
Dati molto chiari che testimoniano le difficoltà delle piccole e medie imprese nel rapporto con il digitale e la tecnologia.
Tuttavia, i progressi arrivano dalla diffusione della fatturazione elettronica, diventata obbligatoria nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Rispetto al 2014 le imprese che hanno fatto ricorso a tale strumento sono aumentate sensibilmente, passando dal 5,4% al 15,5%.
ACQUISTI ONLINE
Il 70,7% delle imprese ha un proprio sito web, ma soltanto poco più di un terzo lo utilizza per offrire servizi più avanzati come quelli legati alla tracciabilità delle ordinazioni online o alla personalizzazione di contenuti e prodotti. Inoltre, solo il 12,8% delle aziende permette ai visitatori del portale di effettuare ordinazioni o prenotazioni.
Dati che fanno riflettere poiché gli italiani preferiscono affidarsi sempre di più agli acquisti via web, seppur con numeri inferiori rispetto ai Paesi occidentali dove l'e-commerce ha raggiunto livelli di diffusione nettamente più elevati.
Infatti, l'Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei che fissano al 33% la quota di Pmi che hanno effettuato vendite online per almeno l'1% del fatturato. Oggi il nostro Paese è nettamente lontano dal traguardo visto che è fermo al 6,5%.
ESCLUSIONE SOCIALE
A livello generale, due famiglie su tre (64,4%) impiegano la banda larga che avanza grazie alla tecnologia mobile. Tuttavia il divario digitale è ancora troppo ampio: un terzo dei nuclei familiari non ha accesso al web, quelli che ne hanno la possibilità non ne fanno un utilizzo efficiente a causa delle scarse competenze.
“La digitalizzazione è un tema rilevante dal punto di vista sociale – afferma Giorgio Alleva, presidente dell'Istat. - Non avere tali competenze è ormai equivalente a una sorta di esclusione sociale, e anche dal punto di vista della competitività del Paese, è un tema straordinariamente rilevante per la sua capacità di incidere sulla propensione all'innovazione e alla produttività, che sono gli elementi su cui dobbiamo spingere per avere tassi di crescita importanti. Non è sufficiente utilizzare internet ma è fondamentale imparare a farne un uso avanzato”.