Energia, in Europa minimo storico per il fossile e record per le rinnovabili

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

I dati sul primo semestre 2023 raccolti dal think tank Ember: la domanda di elettricità cala del 5%. Record di produzione di energia pulita in 17 Paesi Ue

Produzione di energia da fonti fossili ai minimi storici in Europa nel primo semestre del 2023, mentre avanzano le rinnovabili trainate da eolico e solare con il loro +5% e +13%. Sono le evidenze principali del report pubblicato alla fine di agosto da Ember, think tank specializzato nel campo dell’energia, che mostra come la domanda di energia elettrica sia scesa del 5% da gennaio a giugno.

Lo studio, che analizza i cambiamenti nel settore energetico per misurare i progressi della transizione, fotografa una situazione in cui diciassette Paesi dell’Unione Europea hanno registrato nel semestre un record di produzione da fonti rinnovabili. Intanto l’energia idroelettrica e il nucleare si stanno riprendendo dai minimi storici toccati nel 2022, anche se le prospettive a lungo termine sono incerte. Ma vediamo nel dettaglio i dati più interessanti emersi dal report di Ember.

Di cosa parliamo?

I motivi del calo dei combustibili fossili

Alla base del calo dei combustibili fossili c’è essenzialmente – secondo la ricerca di Ember – un “significativo calo della domanda di energia elettrica”, che trova le sue cause “nel persistere di prezzi elevati del gas e dell’elettricità, nella riduzione della produzione industriale e nelle misure di emergenza adottate durante l’inverno”. Ma “per far fronte alla ripresa della domanda e garantire al contempo la transizione energetica – sostiene Ember – l’Ue deve accelerare la diffusione di energia pulita, concentrandosi in particolare sull’eliminazione degli ostacoli all’integrazione delle fonti rinnovabili”.

Produzione da combustibili fossili a -17%

Tra gennaio e giugno, i combustibili fossili hanno generato 410 TWh nell’UE, attestandosi sul 33% della domanda, un minimo storico causato principalmente dal carbone, che da solo ha registrato un –23% nell’area Ue, seguito dal gas a -13%. Alla fine del semestre, nel mese di maggio, il carbone ha registrato per la prima volta in assoluto in Europa una quota inferiore al 10% della produzione di elettricità sul territorio comunitario.

Il calo ha interessato tutta l’Europa, con una diminuzione di almeno il 20% in undici Paesi e di oltre il 30% in cinque (Portogallo, Austria, Bulgaria, Estonia e Finlandia). Anche le importazioni dai gasdotti russi sono diminuite drasticamente, riducendosi del 75% a 13 miliardi di metri cubi nella prima metà del 2023, rispetto ai 50 miliardi di metri cubi della prima metà del 2022.

Il calo della domanda di elettricità

Nel primo semestre del 2023 la domanda di energia, come dicevamo, ha toccato un minimo storico, attestandosi a un livello più basso anche rispetto al periodo della pandemia: 1261 TWh del periodo gennaio-giugno contro i 1271 TWh del 2020. Volendo spingersi a un paragone guardando agli anni passati, la domanda di energia nell’area Euro è tornata nella prima metà del 2023 ai livelli del 2008.

La crescita del solare e dell’energia pulita

Quello dell’energia solare è un trend di crescita che era già in atto e che si conferma nella prima metà del 2023, segnando un +13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In terreno positivo anche l’idroelettrico con il suo +11%, mentre anche la generazione eolica ha totalizzato un +5%. In terreno negativo, con il suo -4%, il nucleare, anche se Ember prevede che il comparto sia destinato a una ripresa nella seconda metà dell’anno.

Più in generale, sono 17 i Paesi europei che da gennaio a giugno hanno generato quote record di energia da fonti rinnovabili: Grecia e Romania hanno superato per la prima volta il 50%, mentre Danimarca e Portogallo sono riuscite ad andare oltre quota 75%. Nei primi sei mesi dell’anno la Germania ha aggiunto 6,5 GW (+10%) di nuova capacità solare, mentre la Polonia ha aggiunto oltre 2 GW (+17%) e il Belgio almeno 1,2 GW (+19%).

L’Italia ha installato 2,5 GW di energia solare nei primi sei mesi del 2023 rispetto a un totale di 3 GW per l’intero 2022, mentre la Francia ha aggiunto almeno 600 MW nel primo trimestre del 2023, leggermente al di sopra del suo impiego nello stesso periodo dell’anno precedente. Si prevede che la Spagna acceleri il suo sviluppo da 4,5 GW nel 2022 a 7 GW quest’anno.

“Il declino dei combustibili fossili è un segno dei tempi. Il carbone e il gas sono troppo costosi e rischiosi e l'UE li sta eliminando. Ma è necessario che l'energia pulita sostituisca più rapidamente i combustibili fossili. Per sostenere un'economia resiliente in tutta Europa è urgente una spinta massiccia, soprattutto per quanto riguarda l'energia solare ed eolica”.

– Matt Ewen, Europe Data Analyst di Ember

Le rinnovabili e la crescita futura della domanda

Nelle conclusioni che accompagnano il report Ember sottolinea come “la prima metà del 2023 ha mostrato alcuni segnali incoraggianti per la transizione energetica. Tuttavia, gran parte del declino dei combustibili fossili può essere attribuito a un calo significativo della domanda di elettricità, che in gran parte non è sostenibile o auspicabile – evidenzia la ricerca – Sebbene la tendenza al calo della produzione di carbone e gas debba continuare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE e dei singoli Paesi,…

L’Europa non può contare su una riduzione indesiderata della domanda per raggiungere questo obiettivo”.

“La necessità di affrontare questa dinamica – sottolineano gli analisti di Ember – è ancora più pressante se si considera la spinta all’elettrificazione in atto in tutti i settori. Con una maggiore elettrificazione, la domanda di elettricità è destinata ad aumentare. I responsabili politici europei devono garantire che ci siano le condizioni per soddisfare questo aumento con fonti pulite anziché con combustibili fossili”.

“Ciò – conclude Ember – richiede non solo l’accelerazione della diffusione dell’energia eolica e solare, ma anche l’urgente sviluppo di fattori chiave per sostenere le fonti rinnovabili, come la semplificazione delle autorizzazioni, l’espansione della rete e un’adeguata diffusione dello stoccaggio.”.

- È essenziale che un approccio coordinato all'intero sistema sia posto in cima all'agenda politica in tutta Europa, per sbloccare i vantaggi in termini di sicurezza e di costi dell'energia pulita.