Re-Cig, la startup che raccoglie e ricicla i mozziconi di sigaretta

Scritto da Antonello Salerno
Giornalista

Il fondatore Marco Fimognari: “Siamo partiti nel 2019, e da allora siamo in crescita costante. Abbiamo brevettato il procedimento per trasformare le cicche in un polimero plastico. Per mettere in pratica l’idea che non siamo i proprietari del pianeta, ma i custodi”

“Re-Cig è nata ufficialmente nel 2019, ma la prima idea mi è venuta nel 2016. Guardavo un programma Tv che raccontava di un ragazzo che aveva trovato il modo di riciclare le lattine di alluminio producendo piccoli oggetti, a partire dai portachiavi. E ho iniziato a pensare a come sarebbe stato possibile applicare quell’idea in un altro campo, per riciclare qualcosa che fino a quel momento nessuno aveva ancora pensato a riutilizzare. A quel punto il mio sguardo si è soffermato sul mio posacenere pieno, e lì è scoccata la scintilla”. Così Marco Fimognari, fondatore di Re-Cig, racconta in quest’intervista a SorgeniaUp l’idea da cui è nata la sua startup per il riutilizzo dei mozziconi di sigaretta e come il progetto si sta sviluppando.

Di cosa parliamo?

Marco, come siete passati dalla teoria alla pratica?

Il primo step è stato verificare che non ci fossero già sul mercato proposte come quella che avevamo intenzione di mettere in campo. La fase di studio è durata tre anni, grazie anche alla collaborazione con l’Università di Trento, che ci ha portato nel 2019 a depositare il nostro brevetto. Contestualmente abbiamo fondato l’azienda, che nel suo primo anno di vita è rimasta sostanzialmente ferma, in attesa di ricevere tutte le autorizzazioni necessarie. Questo ci è servito a capire che la difficoltà più grande da affrontare non era la fattibilità tecnica del nostro progetto, ma la compliance a tutte le norme che regolano il settore dei rifiuti. Siamo quindi partiti il primo marzo 2020, per bloccarci in meno di due settimane a causa dell’emergenza Covid-19. Uno stop che è durato sei mesi, per superare il quale insieme al mio socio abbiamo dovuto finanziare l’azienda con i nostri risparmi, dal momento che come società nuova non abbiamo potuto accedere ai sostegni statali. Abbiamo utilizzato in questo periodo per stringere i primi rapporti commerciali con i nostri clienti, e tra settembre e ottobre sono partite le prime installazioni dei raccoglitori di mozziconi e le prime attività di lavorazione

Perché l’impatto con la burocrazia è stato così difficile?

Le norme che consentono a un’azienda privata di gestire rifiuti come i mozziconi di sigaretta, che si configurano come rifiuti urbani, sono molto stringenti. Gli unici enti autorizzati alla raccolta, infatti, sono le amministrazioni comunali: anche proponendo di farlo a titolo gratuito, ad esempio, non sarebbe possibile raccogliere i mozziconi che si trovano per strada. Con le aziende invece possiamo lavorare in maniera diretta, grazie a un recente aggiornamento normativo: possiamo quindi proporre loro di installare i raccoglitori e ritirarli periodicamente. L’altro aspetto fondamentale è il processo autorizzativo per l’impianto di trattamento dei mozziconi. Il nostro è stato il primo nel suo genere su tutto il territorio nazionale: per avere tutti via libera sono stati necessari 11 mesi e 20 giorni.

In cosa consiste il vostro brevetto?

Il brevetto copre tutto il processo che trasforma il mozzicone in una materia prima seconda riutilizzabile, un polimero plastico. Si parte dalla vagliatura, cioè l’eliminazione di tutte le sostanze estranee al filtro. Poi c’è il pre-lavaggio, in cui avviene il distacco della carta, e si ottiene la separazione tra il cilindretto filtrante e le parti estranee. Si arriva così al filtrino in acetato di cellulosa, e si passa alla fase di lavaggio per eliminare le sostanze nocive, a temperature controllate. Quello che si ottiene è il filtro privo di sostanze che viene successivamente lavorato in essicazione e miscelazione termica, per tornare allo stato plastico e granulato in pezzature uniformi. L’acetato di cellulosa, soltanto per fare qualche esempio, oggi viene utilizzato nell’industria dell’occhialeria o per realizzare i manici degli ombrelli. Noi per il momento però non facciamo né l’uno né l’altro: abbiamo lavorato in un anno circa due milioni di mozziconi, circa 700 kg di rifiuto, e ci stiamo limitando a stoccare il nostro prodotto in attesa di capire come utilizzarlo al meglio. Vogliamo riuscire a trovare un prodotto finale che ci consenta di ottenere il risultato migliore anche in termini di immagine.

Su cosa si basa il vostro modello di business?

Oggi non prevediamo come parte centrale la vendita del prodotto finale, per questo sarebbero necessari volumi che ancora non possiamo raggiungere. L’idea è di sostenerci con il servizio di raccolta che offriamo alle aziende e alle pubbliche amministrazioni puntando su un modello di economia circolare. Produciamo il posacenere e proponiamo un servizio di ritiro e gestione del rifiuto a fronte di un canone annuo. Stiamo registrando una grande adesione da parte di aziende medio-grandi che hanno strategie e budget dedicati all’Esg. A dimostrarlo c’è il fatto che nel 2019 siamo stati inattivi, nel 2020 abbiamo registrato un fatturato di 6mila euro, nel 2021 di 170mila euro e per il 2022 prevediamo di attestarci con i ricavi tra i 400mila e i 500mila euro.

Un altro aspetto incoraggiante è che quest’anno abbiamo visto confermati più del 99% dei contratti che avevamo stipulato nel 2021: un feedback positivo che ci fa guardare al futuro con fiducia. Gli ambiti in cui siamo impegnati a migliorare sono a questo punto la comunicazione e lo sviluppo di strategie di marketing che ci aiutino a far progredire il nostro modello.

Come prevedete che si possa evolvere il vostro progetto per il futuro?

Un punto di passaggio importante sarà la normativa europea che entrerà in vigore a gennaio 2023: se oggi infatti i clienti che scelgono il nostro servizio lo fanno in maniera completamente volontaria, investendo in proprio, le nuove regole prevedono invece l’estensione della responsabilità dei produttori di sigarette anche sui mozziconi. In pratica avranno l’obbligo normativo di investire per la raccolta e il recupero dei rifiuti che indirettamente producono. La speranza è che questo possa dare una spinta alla nostra attività e più in generale alla creazione di un sistema di recupero più strutturato. In più c’è da considerare che è arrivato il momento per porre un argine a un rifiuto che si trova ovunque, e che – per fare un esempio – è responsabile del 43% dell’inquinamento del mare. La sfida per il futuro sarà quella di trasmettere alle persone il concetto che come abbiamo imparato a non abbandonare più per la strada le bottigliette di plastica, allo stesso modo dovremo abituarci a non gettare per terra i mozziconi delle sigarette. Per questo contribuiamo alla creazione di smoking areas nei centri commerciali in cui installiamo i nostri raccoglitori, perché per il futuro immaginiamo un nuovo modello di città, come in parte ad esempio già accade a Tokyo, in cui non sarà possibile fumare liberamente per la strada, ma soltanto in aree dedicate, dotate di raccoglitori per non disperdere i mozziconi nell’ambiente.

Immagini: Re-Cig