Monica Vercesi, responsabile del progetto dell’associazione “Genitori antismog” di Milano: “La vivibilità dello spazio urbano in città dipende dai piccoli gesti di ognuno di noi”

“Il progetto nasce nel 2009, come iniziativa per sensibilizzare i bambini e le famiglie sulla mobilità sostenibile, e sul concetto che la vivibilità dello spazio urbano in città dipende anche dai piccoli gesti di ognuno di noi”. A spiegare in cosa consiste “Siamo nati per camminare” è Monica Vercesi, responsabile dal 2019 del progetto dell’associazione “Genitori Antismog” di Milano, che si rivolge alle scuole primarie, e che è passato nel tempo a coinvolgere dai 5mila alunni della prima edizione agli oltre 22mila dell’edizione finora “record” del 2017.

Di cosa parliamo?

Monica, ci racconta come è nata l’idea di “Siamo nati per camminare”?

Il nome è stato scelto prendendo spunto da una lettera mandata da un gruppo di genitori di Bologna al Comune. Una sollecitazione colta dal Centro Antartide di Bologna e dai Genitori Antismog di Milano, che prendendo spunto da quel nome hanno ideato un progetto, con l’obiettivo di sollecitare alle istituzioni più incisività sulle politiche per la mobilità. Tutte le edizioni sono state realizzate a Milano e in diversi Comuni dell’Emilia-Romagna, con i materiali elaborati dai Genitori Antismog. Ci piacerebbe dare ulteriore diffusione all’iniziativa, ma per questo dobbiamo fare i conti anche con le nostre possibilità. Per adesso l’espansione più grande sta avvenendo in alcuni Comuni della città metropolitana di Milano. L’evoluzione più importante che siamo riusciti a dare nel tempo a questa nostra idea è stata di andare oltre al concetto della sola mobilità sostenibile, allargando il nostro raggio d’azione anche alla sensibilizzazione sugli spazi pubblici a misura di bambino. Così, mentre il tema della mobilità rimane come una costante da un’edizione all’altra, ogni anno affianchiamo a questo anche un tema specifico che riguarda più in generale il rapporto tra i bambini e lo spazio pubblico.

Qual è il tema che avete scelto per l’edizione 2022?

Abbiamo pensato di legarci alle problematiche della pandemia, sollecitando l’attenzione sullo spazio pubblico di prossimità: i marciapiedi e le strade come aree di gioco per i bambini. Troppo spesso, infatti, riteniamo che i più piccoli debbano giocare soltanto nei parchi attrezzati, mentre in realtà – appena viene dato loro tempo e spazio – riescono a giocare ovunque: è il loro modo di relazionarsi con l’ambiente. Poter vivere gli spazi cittadini come aree in cui giocare significa per i bambini costruire sentimenti di identità e di responsabilità nei confronti di questi luoghi, e mettere le basi per diventare adulti responsabili e cittadini attivi.

Come funziona in pratica “Siamo nati per camminare”?

Le scuole che si iscrivono al progetto ricevono materiali gratuiti per raccogliere dati sulla mobilità casa-scuola, a partire da un cartellone dove i bambini indicano ogni mattina come sono arrivati in classe. Alla fine di questo monitoraggio un insegnante, con un calcolo semplice, stila una classifica dei comportamenti per ogni scuola, e così vengono individuate le tre classi più virtuose, che saranno premiate con un attestato firmato dal sindaco e con alcuni gadget “sostenibili” a ricordo di questa iniziativa.

In cosa consiste il “concorso creativo” a tema che cambia ogni anno?

Parallelamente le classi ricevono anche i materiali “a tema” sull’edizione dell’anno, che vengono ideati e realizzati dal nostro team di progetto. La filosofia è quella del gioco da tavolo da completare. Quest’anno stiamo elaborando materiali che serviranno ai bambini e agli adulti che li accompagnano nei loro percorsi a piedi per capire che ogni elemento dello spazio pubblico può essere utilizzato per giocare, se non è completamente occupato dalle auto. Tra gli elaborati dei bambini per questo concorso creativo ne verranno selezionati cinque, che riceveranno premi legati all’ambito culturale. Nelle passate edizioni, ad esempio, consistevano in biglietti omaggio per assistere a spettacoli per bambini alla Scala o al Piccolo Teatro, o legati ai musei, per promuovere il binomio sostenibilità-cultura. I premi vengono consegnati durante un evento finale, che fino all’edizione 2019 si era svolto nella Sala Alessi di Palazzo Marino, con la partecipazione delle autorità cittadine. Quest’anno, per il decennale, ci auguriamo di poter tornare a organizzarlo in presenza attorno alla metà di maggio. Quanto alle due settimane di attività nelle scuole, saranno quelle che vanno dal 28 marzo all’8 aprile.

Quale bilancio si sente di fare di questa esperienza giunta al suo decimo anno?

Parallelamente alla sensibilizzazione nelle scuole abbiamo cercato di veicolare le istanze che ci stavano a cuore verso le istituzioni, e abbiamo ottenuto qualche successo significativo. Come nel caso della campagna, andata a buon fine, per la gratuità dell’utilizzo dei servizi di trasporto pubblici, in un primo momento fino agli 11 anni e poi fino ai 14. Siamo molto contenti di questo risultato perché nella fascia pre-adolescenziale è importante che i ragazzi continuino a utilizzare i mezzi pubblici e non si indirizzino a scelte più pericolose per la loro incolumità e meno sostenibili.

Un altro successo è stata la semplificazione delle procedure delle richieste per l’installazione nei cortili scolastici delle rastrelliere per le biciclette. La procedura era originariamente molto farraginosa, e le scuole si demotivavano. Per questo avevamo siglato un accordo con gli uffici comunali e siamo riusciti a ottenere una semplificazione importante di questo iter, che oggi può essere fatto online in pochi minuti.

E poi c’è la soddisfazione di essere riusciti a coinvolgere tante scuole e tante persone che ci sostengono e collaborano con noi volontariamente e gratuitamente, spendendosi in mille mondi, nella scuola e nelle associazioni. Tra queste mi fa piacere citare Massa di Marmocchi e Fiab Milano Ciclobby. Negli anni il progetto è stato sostenuto da Fondazione Cariplo e più recentemente dalla Fondazione di Comunità Milano, da alcuni sponsor privati e quest’anno anche attraverso una campagna di crowdfunding sulla piattaforma ForFunding.

Ci racconta qualcosa di più dei Genitori Antismog?

L’associazione ha 21 anni, è nata nel 2001 da una proposta molto spontanea di un gruppo di mamme e poi si è strutturata nel corso degli anni. Rimaniamo una piccola associazione, ma ci muoviamo su vari ambiti. Realizziamo progetti di sensibilizzazione rivolti ai bambini, alle scuole e ai cittadini. Come nel caso delle due sperimentazioni di “Zone 30”, per far toccare con mano ai cittadini quali siano i vantaggi di avere strade con limiti di velocità bassi e dove gli spazi dedicati ai pedoni e alla sosta siano più ampi.

In passato abbiamo dato vita a un progetto che ha coinvolto i negozi di prossimità, per veicolare l’idea che non sempre i negozianti sono favorevoli al fatto che i clienti arrivino a fare shopping in macchina ed evidenziare la loro sensibilità verso le tematiche ambientali. Svolgiamo un’azione di sensibilizzazione. Abbiamo dato anche un contributo alla formazione dei mobility manager all’interno delle scuole, con un’iniziativa ad hoc che è stata finanziata tramite un bando del Municipio 6 di Milano.