La storia di Roberta: come riconoscere la violenza psicologica

Scritto da Cathy La Torre
Avvocata specializzata in diritto antidiscriminatorio

L'avvocata Cathy La Torre commenta l'ultimo episodio del podcast #Sempre25Novembre e fornisce alcuni segnali per riconoscere una delle forme di violenza più diffusa

La violenza di genere, cioè quella esercitata sulle donne, affonda le sue radici in un profondo e atavico brodo culturale fatto di convinzioni storiche, sociali e religiose che hanno sempre posto le donne in una posizione di inferiorità e dipendenza dalla figura maschile. Molta strada è stata fatta nelle nostre società occidentali per aumentare la consapevolezza, ma, come la storia di Patrizia ci ricorda, non bisogna cadere nell’errore di credere che la violenza sia rappresentata solo dagli schiaffi e dai pugni.

I fenomeni di violenza hanno infatti molteplici forme, quella psicologica è una delle più subdole: invisibile e silenziosa, colpisce moltissime donne, spesso inconsapevoli di esserne vittime. Quello che trovo illuminante della storia di Patrizia è il fatto che sia riuscita a emanciparsi e a ritrovare la fiducia in se stessa grazie all’aiuto di un’altra donna: sono convinta infatti che dobbiamo sempre schierarci, la neutralità favorisce i violenti, mai le vittime. Ecco quindi una piccola guida per riconoscere i segnali di questa violenza e intervenire per tempo.

Di cosa parliamo?

Ascolta la storia di Roberta

Svalutazione continua

Il partner che esercita violenza psicologica sulla compagna, tende a svalutarla in continuazione. Da semplici critiche sull’abbigliamento o il trucco, a considerazioni pesanti e denigranti, con veri e propri insulti, sulla sua persona, il suo lavoro, il suo modo di vivere o interagire con gli altri. Sminuisce i suoi interessi e i suoi successi: potrebbe dire che i suoi hobby ed interessi sono solo una perdita di tempo infantile. Stessa cosa vale per tutti i risultati che la donna ha raggiunto nella vita. Critiche e umiliazioni, completamente gratuite e infondate, che purtroppo la donna percepisce come veritiere, iniziando a dubitare di se stessa e del suo valore.

Discredito delle persone vicine alla compagna

Diretta conseguenza di una spiccata possessività di solito sempre presente, è il tentativo del partner di gettare discredito su tutte le persone che circondano la compagna. Ne segue un vero e proprio isolamento della donna che contribuisce alla sua prostrazione e aumenta il livello di dipendenza dall’uomo abusante.
Un’ulteriore forma di violenza è quella economica che mira al controllo della partner tramite privazione o limitazione nell’accesso alle disponibilità economiche proprie o della famiglia.
In generale, qualunque comportamento che limiti le libertà di un’altra persona potrebbe essere considerato violenza.

Come fare per aiutare

Se individuate qualcuno di questi comportamenti e vi chiedete come fare per aiutare la donna in questione tenete sempre presente che le donne vittime di violenza sono reticenti a parlare della loro situazione per vergogna, per paura che il compagno lo venga a sapere, per timore di non essere credute o perché pensano che sia colpa loro. È molto importante che la donna si senta a suo agio e al sicuro nell’aprirsi, che incontri dall’altra parte un atteggiamento non giudicante, e che non si senta forzata a prendere decisioni.