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I falsi miti sul fotovoltaico: 5 fake news spiegate dagli esperti

Attorno ai pannelli solari circolano una serie di notizie prive di fondamento. L’associazione Futuro Solare le “smonta” una per una attraverso una campagna di comunicazione sui principali social media

Smontare uno per uno i falsi miti che circolano attorno alle energie rinnovabili e in particolare sul fotovoltaico, mettendo dove necessario i “puntini sulle i” e dimostrando fatti alla mano che oggi il fotovoltaico è “la tecnologia più conveniente e la migliore soluzione contro gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici”. È questo l’obiettivo della campagna di comunicazione pensata per i social media e firmata da Italia Solare, ente del terzo settore “che sostiene la difesa dell’ambiente e della salute umana supportando modalità intelligenti e sostenibili di produzione, stoccaggio, gestione e distribuzione dell’energia attraverso la generazione distribuita da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico”.

Cinque in particolare i falsi miti che Italia solare contesta:

1. Gli impianti fotovoltaici rubano terreni all’agricoltura

Per sfatare questo luogo comune l’associazione cita una serie di dati: a fronte di una superficie agricola disponibile di 16,6 milioni di ettari di terreno, secondo le rilevazioni di ISPRA quella utilizzata è oggi di 12,4 milioni di ettari. Ne consegue che oltre 4,2 milioni di ettari di terreno agricolo sono oggi abbandonati o non utilizzati, in aumento tra l’altro di 120mila ettari ogni anno.

A fronte di questa situazione, spiega l’associazione, il fotovoltaico potrebbe contribuire al raggiungimento degli obiettivi fisasti per il 2030 dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) con 50 Gigawatt di nuove installazioni, che richiederebbero, escludendo il 50% sui tetti, 40 mila ettari di terreno. Si tratterebbe quindi di un terzo della superficie agricola che ogni anno non viene più coltivata e passa a uno stato di abbandono, o l’1% della superficie agricola persa totale, o ancora lo 0,2% della superficie agricola totale.

Tutto questo senza ancora considerare che, spiega Italia Solare, tra le file e sotto i moduli fotovoltaici è possibile mantenere l’attività agricola grazie all’agro-fotovoltaico, che consentirebbe agli agricoltori di continuare a coltivare la terra beneficiando del ricavo economico aggiuntivo proveniente dal fotovoltaico.

2. Il fotovoltaico è un pericolo per il paesaggio e la biodiversità

Si tratta di una fake news perché, secondo Italia Solare, la norme già oggi prevedono che sulle aree di pregio paesaggistico o naturalistico non si possano installare pannelli a terra, dal momento che sono protette da vincoli paesaggistici. Inoltre, spiega ancora l’associazione, dove si installano impianti fotovoltaici non sono consentiti diserbanti e sostanze chimiche, il cui uso eccessivo causa tanti danni a tanti terreni agricoli nel nostro Paese. Anche a questo riguardo, inoltre, l’agro-fotovoltaico rappresenta un’opportunità unica per far convivere produzione di energia pulita e agricoltura sostenibile nel rispetto della biodiversità.

3. Il fotovoltaico è inaffidabile perché non programmabile e non prevedibile

Anche in questo caso, secondo Italia Solare, ci troviamo di fronte a un falso mito, con le criticità che sono state di fatto superate grazie all’innovazione tecnologica. Prevedere la produzione di un impianto fotovoltaico è infatti ormai reso possibile con un’affidabilità sempre più alta grazie all’altissima precisione raggiunta dai servizi meteo, che possono essere integrati con i dati storici disponibili sulle produzioni degli impianti fotovoltaici.

La produzione degli impianti, inoltre, sottolinea l’associazione, può ormai essere programmata grazie all’arrivo sul mercato di sistemi di accumulo sempre più economici e performanti.

4. Dietro agli incendi c’è il business del fotovoltaico

Per contestare questa fake news basterà consultare le leggi, e in particolare la 353 del 2000: la norma, all’articolo 10, stabilisce che i terreni interessati dagli incendi sono esclusi da ogni possibile utilizzo per i 15 anni successivi: “Da perseguire – spiega Italia Solare – sono i criminali che causano incendi e non il fotovoltaico, che anzi viene solo danneggiato da simili disastri”.

5. I pannelli fotovoltaici non riducono le emissioni di CO2 perché per produrli si consuma energia da carbone

A dimostrare che si tratta di un falso mito c’è il fatto che l’energia necessaria per produrre un modulo fotovoltaico viene compensata, grazie proprio all’attività degli stessi moduli, in meno di un anno di funzionamento. Da quel momento in poi per tutto il loro ciclo di vita i pannelli produrranno energia pulita al 100%.

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