L’idea è nata nel 2017 in Francia, e da allora si è diffusa in tutta Europa. Il 25 novembre si celebrerà un momento di protesta contro il consumismo sfrenato e gli impatti negativi che può provocare sul piano economico, sociale e ambientale
L’idea del Green Friday è nata in Francia nel 2017 da un gruppo di attivisti, adesso è diventata un’iniziativa ben strutturata che conta su una rete organizzata. Si tratta, in sostanza, di creare un’alternativa al consumismo sfrenato del Black Friday, contrapponendo allo shopping online pratiche più green, come – spiegano gli organizzatori – “prendere in prestito, donare, riparare, rivalutare o comprare l’usato”. “Il nostro obiettivo – spiegava recentemente in un’intervista Franck Kerkhof, portavoce della federazione Ressources, che riunisce le imprese dell’economia sociale operanti nella riduzione dei rifiuti attraverso il recupero, il riutilizzo e il riciclo delle risorse in un’economia circolare – è quello di rendere i consumatori consapevoli dell’impatto economico, sociale e ambientale dei loro acquisti”.
Dal Black al Green Friday
“Da diversi anni, l’ultimo venerdì di novembre, il cosiddetto Black Friday, è diventato una giornata dedicata al consumismo, durante la quale molti brand tagliano i prezzi su una vasta gamma di prodotti – spiegano sul loro sito gli organizzatori del Green Friday – Questa tradizione commerciale importata dagli Stati Uniti è diventata progressivamente il simbolo di un consumo sfrenato che promuove un modello produttivo non sostenibile”.
Per spiegare la loro mobilitazione gli attivisti francesi snocciolano anche alcuni dati: ogni anno – spiegano – l’industria tessile butta via 4 milioni di tonnellate di abbigliamento e ne vende 5 milioni in Europa. Quando sai che la produzione di un solo paio di jeans può rappresentare fino a 11.000 litri d’acqua, queste cifre ti fanno girare la testa. Anche gli uomini non sono risparmiati da questa corsa al consumo, come dimostra il dramma del Rana Plaza, che nel 2013 ha ucciso più di 1.000 persone in Bangladesh per il crollo di una fabbrica di produzione tessile”.
L’edizione 2022 del Green Friday
L’edizione 2022 del Green Friday è dedicata al concetto del “consumattore”, un utente consapevole che si contrappone al consumatore. “L’obiettivo non è quello di far sentire in colpa le persone – spiegano gli organizzatori – ma di sensibilizzare i cittadini a un consumo più responsabile. Sono molte oggi le aziende che propongono alternative più virtuose di quelle che le campagne pubblicitarie del Black Friday ci invitano a scegliere. Contro il consumo compulsivo ci battiamo per il potere d’acquisto dei cittadini: il potere di cambiare il mondo ogni giorno”.
La guida al Green Friday
La sensibilizzazione al consumo responsabile così è al centro della missione del Green Friday, che propone una sorta di guida per aiutare chi vuole aderire all’iniziativa. Il momento cruciale per il consumattore è quello che precede l’acquisto, quando è chiamato a essere consapevole delle proprie esigenze e a riparare, ogni volta che è possibile, gli oggetti o i dispositivi prima di acquistarne di nuovi. Passando poi al momento dello shopping, i promotori del Green Friday consigliano ai consumattori ci comprare esclusivamente prodotti che siano correttamente etichettati, in modo da sapere la provenienza e la composizione di ciò che potrebbero portare casa, e di acquistare ogni volta che è possibile prodotti di seconda mano, di produzione locale e accertandosi che siano costruiti o prodotti in modo da essere durevoli.
Quanto infine alla fase post-acquisto, il consiglio è quello di donare piuttosto che buttare, e di tenere sempre conto del fine vita dei nostri acquisti: “Capita che ci dimentichiamo di preoccuparci degli oggetti una volta che non vengono più utilizzati – spiegano gli attivisti del Green Friday – Si stima che 30 milioni di smartphone non più in uso dormano in fondo a un cassetto quando potrebbero essere riciclati”.