Ti sei mai chiesto dove puoi arrivare con una ricarica di auto elettrica? Sei sei a Napoli ecco 5 luoghi da visitare per una fuga sostenibile del weekend
Abbiamo stilato una lista di cinque mete naturalistiche delle meraviglie, adatte per una gita fuori porta partendo da Napoli. Lo abbiamo fatto tenendo conto di un fattore: che fossero luoghi dove si potrebbe andare (e tornare) con una sola ricarica di auto elettrica. Abbiamo fatto una stima prendendo le autonomie di 24 modelli di auto elettriche, e il risultato è che in media un’auto elettrica ha un’autonomia di circa 400 km. I nostri consigli rientrano tutti sotto i 100 km di distanza (quindi sotto l’ora e mezza di viaggio) da Napoli da realizzare in una giornata. Ecco alcuni luoghi da non perdere nei dintorni di Napoli:
Campi Flegrei
A una ventina di chilometri a ovest di Napoli, nel golfo di Pozzuoli, si estende il territorio dei Campi Flegrei. Si tratta di una regione di origine vulcanica di 15 chilometri di diametro, che comprende i comuni di Napoli, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania, Bacoli, e Monte di Procida. L’area era un antico supervulcano, ed oggi esercita ancora attrazione per i suoi numerosi fenomeni geologici attivi, come le manifestazioni gassose effusive della Solfatara e le sorgenti idrotermali. La Solfatara è un ex cratere in stato di quiescenza che presenta fenomeni di fumarole di anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevate temperature del suolo. Per quanto riguarda le sorgenti termali, sono da segnalare le Terme di Agnano, le Terme Puteolane e quelle di Lucrino, dove si trovano le frequentatissime “Stufe di Nerone”. È compreso nel territorio dei Campi Flegrei anche il lago di origine vulcanica Averno, caratterizzato dalle intense esalazioni gassose: è qui che nel sesto libro dell’Eneide Virgilio colloca l’entrata degli inferi. Oltre che per queste attrazioni naturalistiche, i Campi Flegrei sono noti anche per il patrimonio archeologico, rappresentato in particolare da Pozzuoli, da Cuma e da Baia, dove si trova il Museo Archeologico dei Campi Flegrei.
Grotte del Bussento
Stavolta un po’ più distanti, a circa 180 km da Napoli, le Grotte del Bussento sono un’oasi affiliata al WWF di 607 ettari situata in provincia di Salerno, all’interno del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Si tratta fondamentalmente di un canyon ricoperto da vegetazione che si esplora con un facile sentiero che parte dal centro storico di Morigerati e incontra sorgenti, grotte, cascate, un antico mulino in pietra, per arrivare alla grande grotta dove si assiste alla risorgenza del fiume carsico Bussento, dopo i 6 km in cui è scorso sotterraneo. L’ ingresso della grotta è davvero spettacolare, un portale alto 20 metri e largo 10: si accede scendendo una scala scavata nel calare e poi un ponte di legno permette di oltrepassare il fiume che si vede scaturire dalla roccia sottostante.
Zungoli
Una gita da prendere in considerazione per una giornata fuori Napoli è quella a Zungoli, raccomandata a chi vuole immergersi in un contesto rurale e passeggiare tra le vie di un caratteristico borgo medioevale. Zungoli è un tipico borgo arroccato in provincia di Avellino con viuzze sbilenche e irregolari, tortuose scalinate che si arrampicano sulla collina e la classica struttura di epoca normanna costituita dalle torri fortificate e il castello, risalente probabilmente all’XI secolo. Tra i prodotti locali più rinomati, il formaggio, come il caciocavallo podolico e il caciomolara, la cianfotta e l’olio d’oliva prodotto nel borgo. Il caciocavallo qui è frutto di una lavorazione d’altri tempi, con la stagionatura che va dai 4 ai 9 mesi nelle grotte di tufo sotterranee. Sono celebri anche i prodotti artigianali, soprattutto nell’ambito delle creazioni in legno.
Parco regionale di Roccamonfina
Altra meta naturalistica nei dintorni di Napoli è il Parco regionale di Roccamonfina – Foce Garigliano. Un’area naturale di origine vulcanica caratterizzata dai corsi d’acqua, tra fiumi e ruscelli, e una ricca vegetazione che si estende fino al basso Lazio. Lungo i sentieri, le rocce dalle forme singolari rammentano la passata attività eruttiva che ha forgiato il territorio, fatto, inoltre, di uliveti, vitigni autoctoni e boschi di castagni secolari spalmati su tutta l’area. La specialità della zona è proprio la castagna, cui sono dedicate sagre e manifestazioni. In più, nella cittadina di Roccamonfina, c’è il gigantesco “vrollaro” che campeggia nella piazza centrale: non un classico monumento ma una gigantesca padella bucherellata perfettamente funzionante per la cottura delle caldarroste, dette vrole in dialetto locale. Lo speciale attrezzo, costruito dagli artigiani del luogo, garantisce la cottura sulla brace di 1.300 kg di castagne, e dal 2018 è entrato anche nel Guinness dei primati. Numerosi i sentieri che si possono percorrere a piedi nel Parco: fra i molti segnaliamo il Sentiero dei Pellegrini che conduce al Santuario dei Lattani, luogo simbolo della zona. Infine, nel Parco di Roccamonfina si trovano anche reperti di architettura industriale: i resti delle antiche ferriere in cui fino all’epoca dei Borbone si lavorava il ferro.
Forre di Lavello
Le Forre di Lavello sono il luogo più incantevole del Parco Regionale del Matese (BN). Sono delle gole naturali create dall’azione erosiva del fiume Titerno sulla roccia calcarica. Le Forre sono esplorabili tramite un apposito sentiero guidato di trekking fluviale lungo circa 5 km (percorribile in circa 2/3 ore) che permette di costeggiare in sicurezza il canyon. Lungo il percorso si incontrano anche grotte esplorabili, come la Grotta Chiusa o dei Briganti, la Grotta delle Fate, la Grotta delle Streghe, il Belvedere da cui si gode della vista sull’intero canyon, il Ponte del Mulino e il “Muraglione”. Si consiglia di andarci attrezzati con buone scarpe da trekking.