Diego Saldanha si è guadagnato un servizio sul principale telegiornale nazionale per aver messo la propria creatività al servizio dell’ambiente: ha installato una barriera galleggiante per raccogliere i rifiuti che scorrono sul fiume Atuba, che poi espone in un museo
La pulizia dei fiumi è una vera e propria emergenza ambientale in Brasile, tanto che anche i singoli cittadini stanno iniziando a mobilitarsi per risolvere il problema. È il caso di Diego Saldanha, ex venditore ambulante di frutta a Cutiriba, capitale dello Stato meridionale di Paranà, che aguzzando l’ingegno nel 2016 ha creato in maniera artigianale una barriera galleggiante in grado di raccogliere i rifiuti che fluttuano nelle acque dell’Atuba. Nei primi cinque anni dalla realizzazione del progetto è riuscito a raccogliere 10 tonnellate di rifiuti, per una media mensile di 150 kg di scarti.
Il museo della spazzatura
Grazie alla sua idea e al suo impegno Diego si è meritato un servizio sul principale telegiornale della sera in Brasile, Jornal Nacional, il primo a essere trasmesso in diretta nazionale nel Paese sudamericano, nel 1969, e ha abbandonato l’attività di fruttivendolo per dedicarsi a tempo pieno alla sostenibilità ambientale. Per sensibilizzare la comunità e mobilitare altre persone nella lotta all’inquinamento, Saldanha ha anche dato vita al “museo della spazzatura”, dove espone gli oggetti più originali pescati nel tempo dalle acque del fiume Atuba.
L’inquinamento dell’acqua in Brasile
Secondo i dati della fondazione Sos Mata Atlantica, che tiene sotto controllo 90 corsi d’acqua che passano dai centri urbani del Brasile, 35 milioni di brasiliani non hanno accesso all’acqua potabile, mentre soltanto il 46% delle acque reflue nel Paese viene trattato e più del 60% delle malattie che portano a ricoveri al Sistema Único de Saúde, il sistema sanitario nazionale, sono causate da acqua contaminata.
“Attraverso progetti, campagne e altre iniziative, la Fondazione – si legge sul sito internet di Sos Mata Atlantica – monitora la qualità dell’acqua con l’aiuto di volontari e cerca di rafforzare le leggi che proteggono fiumi”.
Il racconto di Diego Saldanha
“L’Atuba è un fiume importante per me, che ha fatto parte della mia infanzia – racconta Saldanha a Julia Guglielmetti sulle pagine dell’edizione brasiliana del quotidiano online Terra.com – Con il passare del tempo, ho iniziato a vedere questo fiume morire poco a poco e ho deciso di agire e fare qualcosa di utile per la società. Il progetto è iniziato nel 2016, molto semplicemente, con la mia iniziativa e le mie risorse. Anno dopo anno, ho avuto l’opportunità di migliorare la barriera e sono riuscito a costruire una comunità sui miei social network. Oggi, sommando tutte le reti, il numero di follower supera 1,5 milioni. Parlo dell’importanza di preservare fiumi, spiagge e oceani”.
La Eco-barriera sull’Atuba
La prima ecobarriera ideata da Saldanha era composta da una serie di fusti da 50 litri combinati con reti protettive. Da allora il progetto si è evoluto costantemente, fino a contare su quattro zattere galleggianti e una gru che muove un grande sacco in cui i rifiuti vengono sistemati man mano che vengono raccolti. Per sensibilizzare i più giovani, inoltre, in prossimità della barriera è stato allestito un ponte su cui vengono ospitate le scolaresche, che così possono rendersi conto direttamente dello stato di inquinamento in cui versa il corso d’acqua.