L’azienda specializzata nella lavorazione di materiali e componenti per l’industria elettromeccanica sceglie Sorgenia per realizzare la copertura con pannelli solari dello stabilimento
I temi dell’ESG sono al centro della vision d’impresa di Faet fin dal 1965, quando l’azienda specializzata nella lavorazione di materiali e componenti per l’industria elettromeccanica venne fondata da Dante Negri, a Rozzano, nella città metropolitana di Milano. Da allora l’attività ha continuato ad evolversi e a crescere, ma sempre con la massima attenzione verso l’ambiente, i dipendenti e la trasparenza della governance. Così oggi, in tempi di twin transition, con la terza generazione della famiglia che siede sul ponte di comando, Faet ha deciso di investire ancora sul green, e ha scelto Sorgenia per realizzare un impianto fotovoltaico da 304 moduli sulla copertura dello stabilimento produttivo. A raccontare questa scelta e i valori che guidano l’azienda è il Ceo Gabriele Guidi, che sottolinea come si sia trattato di una scelta naturale e che si inserisce perfettamente nelle priorità strategiche del gruppo.
Gabriele, come nasce la collaborazione con Sorgenia e quali sono le caratteristiche dell’impianto?
L’incontro con Sorgenia è nato dalla nostra responsabile amministrativa, che era al lavoro sul progetto dell’impianto fotovoltaico. Al di là del semplice fattore della convenienza economica dell’offerta, però, tra noi e Sorgenia è scattata dal primo momento una sintonia importante, una vicinanza di valori che ci ha consentito di lavorare insieme al meglio. Quanto al nuovo impianto, ha una potenza di 152 kWp e una produzione annua stimata in 175.000 kWh. Il 65% dell’energia verde prodotta è destinato all’autoconsumo, e questo ci garantirà un risparmio in bolletta del 50%. Grazie al nuovo sistema, inoltre, Faet non emetterà in atmosfera 87.500 kg di CO2 l’anno, un valore che equivale alla messa a dimora di oltre 2.600 alberi. Il nostro obiettivo, guardando al futuro, è di arrivare al 100% di energia utilizzata in autoconsumo, ma per arrivarci aspettiamo che con l’evolversi delle tecnologie arrivino sul mercato impianti di accumulo più performanti e meno costosi.
La storia di Faet
L’idea iniziale risale al nonno di mia moglie, e proprio quest’anno festeggiamo i 60 anni di attività. L’idea era di andare a fornire i riparatori di motori elettrici ed elettropompe con ricambi che non si trovavano sul mercato. Nel giro di pochi giorni, nel 1965, partirono 5mila cartoline che pubblicizzavano quattro pezzi di ricambio. Il successo di quell’iniziativa è stato il primo passo di un percorso che ci ha portato nel tempo a sviluppare il nostro business, per arrivare fino alla terza generazione. Io e mia moglie guidiamo un’azienda nata come familiare ma che abbiamo nel tempo trasformato in una realtà più managerializzata, accompagnandola nel percorso di evoluzione che ci ha portato a diventare ormai una media azienda con più di 50 dipendenti – che diventano 100 se includiamo nel perimetro anche le ultime acquisizioni – e un fatturato che supera i 25 milioni.
Come nasce la vostra passione per la sostenibilità?
Abbiamo messo sempre al centro della nostra attività l’attenzione per le persone che abbiamo con noi: è fondamentale che lavorino al meglio delle proprie possibilità e siano soddisfatte del lavoro che fanno. Ormai possiamo contare su una squadra di persone che manda avanti l’azienda con il nostro aiuto, e questo ci permette di poterci dedicare ad ambiti un po’ meno commerciali, strutturando politiche di sostenibilità ambientale. L’anima green, infatti, è nel nostro DNA, e a rafforzare questa nostra inclinazione ci sono i nostri due figli, entrambi molto attenti alle tematiche ambientali. Nostra figlia è stata tra gli attivisti dei Fridays For Future, e ci ha aiutato a mantenere alta l’attenzione sui temi dell’ambiente e del benessere personale. Così nella nostra strategia di fare della sostenibilità ambientale uno dei nostri punti di forza, ci siamo posti l’obiettivo di arrivare alla neutralità carbonica entro il 2027.
Cosa altro fate per ridurre al minimo il vostro impatto ambientale?
Nel tempo abbiamo compiuto diversi passi. Ad esempio, dal 2020 ricicliamo completamente tutta la carta e il cartone utilizzati e ricevuti, cercando di limitarne il consumo. A questo si aggiunge l’impianto di illuminazione completamente rinnovato con luci a led e altre soluzioni ad alta efficienza energetica per gli apparati elettrici dei reparti di produzione. Dal 2021 abbiamo avviato il progetto plastic free, con l’uso della plastica drasticamente ridotto sia nell’uso quotidiano, dalle bottigliette dell’acqua ai bicchieri monouso per il caffè (oltre 20.000 bicchieri l’anno) , sia nei materiali di imballaggio. Sul fronte della mobilità, inoltre, proprio grazie al nuovo impianto fotovoltaico abbiamo installato 3 colonnine per la ricarica delle auto elettriche che sono gratuitamente a disposizione dei dipendenti.
Essere green nel vostro settore comporta anche un vantaggio competitivo?
Lavoriamo molto per i produttori di auto elettriche, grandi aziende per le quali l’attenzione alle tematiche ESG diventa sempre più un punto d’onore, e che quindi selezionano i fornitori con grande attenzione. Questo per chi come noi crede nella sostenibilità è certamente un fattore molto importante, per dimostrare il quale diamo grande importanza alle certificazioni: vogliamo arrivare alla ISO 14001 per la riduzione dell’impatto ambientale e alla SA 8000 per la responsabilità sociale d’impresa.