Cargomilla: i bambini esplorano il mondo da una cargo-bike

Scritto da Ettore Benigni
Giornalista

Il progetto nasce a Bologna da tre educatrici e una pedagogista. Per accompagnare i bambini nella loro crescita in modo libero e attento alla sostenibilità e all’educazione di genere, con la massima apertura verso la comunità.

Esplorare il mondo guardandolo da una bici, per poter fare educazione all’aria aperta, non solo nelle aree verdi ma anche avventurandosi nella città. Tutto questo su una bici particolare, una “cargo-bike”, veicolo a tre ruote dove a pedalare è un adulto e a essere trasportati sono tre bambini. Parliamo di Cargomilla, il progetto lanciato da tre educatrici e una pedagogista – Camilla, Luna, Anna e Aria – che hanno deciso di scegliere questa modalità educativa per accompagnare i bambini e le bambine nel loro percorso di crescita in modo libero, critico e consapevole, mettendo ognuna a disposizione di tutti le proprie competenze e i propri interessi.
Cargomilla si rivolge alle famiglie che hanno bimbe e bimbi dai 10 mesi ai 5 anni e a chiunque voglia partecipare alle attività pomeridiane, anche proponendo altri laboratori o momenti di confronto.

Di cosa parliamo?

A Bologna iniziative di sostegno per l’intero nucleo familiare

Ci troviamo al centro di Bologna, in uno spazio dove vengono proposte attività ludico-ricreative pensate e costruite sui bisogni della prima infanzia, all’interno di un percorso pedagogico strutturato. L’associazione fondata dalle quattro donne prende il nome dal progetto principale per cui è nata, Cargomilla appunto, ma ospita anche altre attività.

Inoltre punta ad aprire i propri spazi a chi è impegnato nel campo dei corsi per linfanzia: dalla lingua inglese alla psicomotricità, fino ai laboratori artistici e manuali o a quelli di conoscenza del corpo e della respirazione. Con un’offerta che presto potrebbe arrivare a coinvolgere anche gli adulti, con momenti di confronto, incontri di sostegno alla genitorialità, seminari specifici su particolari bisogni e corsi di pilates in gravidanza.

Ma rimanendo nell’ambito di Cargomilla, vediamo come funziona. Il progetto si basa su quattro pilastri fondamentali: l’outdoor urbano, l’educazione di genere, l’atelier della lingua inglese e la comunità educante.

I pilastri di Cargomilla: l’outdoor urbano

Nella visione di Cargomilla leducazione vuol dire anche ambiente e outdoor urbano, da esplorare su mezzi ecologici a tre ruote, dando così un contributo per costruire una società sostenibile: è questo uno dei valori che vengono trasmessi ai bambini che partecipano alle attività ogni giorno. “In ogni luogo c’è sempre qualcosa da scoprire e qualcun* di interessante da conoscere – si legge sul sito dell’associazione – che sia il parco, il bosco o il museo, il mercato o la biblioteca: a Cargomilla si impara facendo. Il nostro piccolo rifugio in movimento ci accompagna alla scoperta del mondo attraverso esperienze dirette, e sarà proprio grazie a queste esperienze dirette che porteremo nelle bimbe e nei bimbi un approccio educativo aperto all’accoglienza, al rispetto delle diversità e alla condivisione dei nuovi saperi”.

I pilastri di Cargomilla: l’educazione di genere

Uno dei princìpi sui cui è nata l’associazione è il credere nella libera espressione e autodeterminazione di ogni essere umano, anche delle più piccole e dei più piccoli. Per questo viene proposto un modello basato sul rispetto dei tempi, dei bisogni e della diversità individuale. Proprio partendo da questo concetto, l’associazione ha deciso di inserire nel proprio progetto l’educazione di genere, per mostrare alle bambine e ai bambini “che esiste nel mondo una fluidità dentro la quale si possono muovere, imparando senza paura o stereotipie sociali ad ascoltarsi e accettarsi per quello che si è e di conseguenza allenare un ascolto empatico e accogliente anche nei confronti delle altre e degli altri. Vogliamo portare l’attenzione – spiega l’associazione – sul consenso e sul rispetto degli spazi, anche fisici, che ognun* di noi deve avere il diritto di reclamare in libertà”.

I pilastri di Cargomilla: l’atelier di lingua inglese

A occuparsi nello specifico di questo aspetto è Anna, una delle co-founder dell’associazione, che è di madrelingua inglese, e che le altre fondatrici definiscono “atelierista della lingua”. Insieme a lei i bambini si potranno confrontare ogni giorno e imparare una nuova lingua, “come se imparassero la propria lingua madre – si legge ancora sul sito – sentendone i suoni, vivendola attraverso le routine e osservando in modo spontaneo le differenze culturali che possono emergere, traendone ricchezza e stimolo”.

I pilastri di Cargomilla: la comunità educante

Uno dei punti di forza di Cargomilla è proprio il concetto di “comunità educante”, che sia in grado di accogliere e raccogliere con incontri e scambi di esperienze e di sapere continui. “Ci vogliamo inserire nel contesto sociale per raccoglierne le possibilità di apprendimento ma vogliamo anche lasciare qualcosa per costruire insieme, collaborando, una città a portata di tutte e di tutti – spiegano le fondatrici dell’associazione – Per questo a Cargomilla vogliamo creare uno spazio sociale, non solo uno spazio dedicato all’infanzia, ma un luogo ospitale, aperto anche alle famiglie o altre e altri professionist* che possono e hanno voglia di condividere i nostri valori”.

“Come Associazione di Promozione Sociale – concludono – vorremmo costruire un ponte tra Cargomilla, le famiglie, la città e chi la vive ogni giorno, con la speranza di allargare il più possibile l’idea di un’autogestione partecipata a un progetto che guarda a un futuro più libero, inclusivo e accogliente”.